Queste due notizie sono state curiosamente pubblicamente lo stesso giorno (2 ottobre): una sul Giornale di Sicilia e l'altra sul Sole 24 Ore. Lette una dopo l'altra fanno un certo effetto.
Il GdS riporta il solenne ceffone inferto dalla Corte dei Conti alla Regione Siciliana a proposito della vendita, conclusa nel 2007, di 34 importanti palazzi, sede di uffici pubblici, ad una società immobiliare del gruppo Pirelli-Tronchetti Provera.
L'incasso della vendita è servito per tappare le falle del bilancio, originatesi soprattutto per la spesa sanitaria. Gli immobili sono stati contemporaneamente ripresi in affitto dalla Regione. In sostanza abbiamo venduto gioielli di famiglia per pagare i nostri sprechi.
Voltiamo pagina.
Sul Sole 24 Ore si parla invece della Norvegia, paese che ricava il 25% delle sue entrate dall'estrazione del petrolio. Bene, tutte le risorse provenienti dalla vendita del petrolio vengono da anni accantonate in un fondo, chiamato significativamente "Government Pension Fund".
Il governo norvegese si limita a prelevare ogni anno somme entro i limiti del rendimento reale medio (cioé preleva i frutti di questo deposito, ma lascia intatto, in valore reale, il capitale). I politici norvegesi, anche di fronte alle richieste populiste di distribuire "tutto a tutti e subito" hanno tenuto duro, pensando alle generazioni future.
2 commenti:
Evidentemente in Norvegia il presidente Sigli Lombardsson e il senatore Olaf Kuffarsson tengono a passare alla storia come ottimi amministratori dei beni altrui più che come democristiani del 21 secolo...
Un ottimo "Noi e loro". Nel suo piccolo (!) la Regione ha fatto quello che ha gettato sul lastrico molti americani. Ha utilizzato beni "a lungo termine" (i palazzi/la casa) per finanziare le spese correnti (la sanità/i consumi).
Agli americani è andata male. Ed a noi?
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