Qualche giorno fa in un ospedale di Vibo Valenza, in Calabria, una ragazza è morta durante una tracheotomia, operazione alle tonsille considerata di modesta complessità.
Il caso, che ha fatto seguito ad altri episodi di grave malasanità nella stessa regione, ha provocato le solite inutili reazioni dei politici, tutti indignati come se passassero lì per caso: dichiarazione dello stato di emergenza, appelli all'inflessibilità, tolleranza zero,etc.
Tra le tante chiacchere, mi ha colpito la dichiarazione del presidente della Commissione Sanità del Senato, persona a mio parere molto seria.
Marino si è detto sbigottito per il contenuto della relazione degli ispettori ministeriali, secondo la quale "gli otorini non avevano nel loro curriculum interventi base per ogni chirurgo, come le tracheotomie" considerate "salvavita, perchè ristabiliscono la respirazione" e oltretutto "non sono interventi sofisticati, ma l'A-B-C- per gli otorini come per gli anestesisti".
Ora, al di là del fatto tecnico e delle responsabilità civili e penali (la magistratura si spera che faccia il suo dovere) sulle quali non mi esprimo, c'è il dato politico.
Dal momento che si tratta di sanità pubblica, la scelta dei medici è in massima parte decisa dai politici, o meglio: dai "manager" delle Asl nominati dai politici.
Mi domando: quale politico ha consentito la nomina di medici di questo livello ? Risalendo nella "gerarchia" politica, cosa sta facendo il presidente della regione Calabria, i partiti politici locali, per sanzionare politicamente chi ha permesso che ciò sia potuto accadere ?
E se il presidente della Regione non fa nulla, se i politici locali non si sentono colpevoli, perché non intervengono i vertici nazionali ?
Perché nessuno mai è politicamente responsabile ?
Benvenuto in Italia.
RispondiEliminaI medici degli ospedali pubblici non sono scelti dai politici (almeno non ufficialmente), ma tramite concorso pubblico. Ovviamente conosciamo tutti le metodologie utilizzate nei concorsi e la loro permeabilità alle volontà dei politici, soprattutto locali.
RispondiEliminaLa politica invece ha certamente un ruolo, anche ufficiale in questo caso, nella scelta dei manager della ASL. E in questo caso quello che succede in Sicilia è sintomatico della gestione efficiente della sanità: i manager che si distinguono per i maggiori buchi in bilancio (e quindi per incompetenza gestionale) vengono puniti non certo col licenziamento, ma con una rotazione. In pratica vengono mandati in un'altra ASL, sempre come manager, così possono continuare a fare danni, ma in altra sede.
Mi associo a Virus e dico: Benvenuti in Italia!
Confesso un certo straniamento per queste considerazioni, che sembrano un po' "ingenue".
RispondiEliminaInfatti, la medialità giornalistica è piena di inchieste sulla gestione della sanità sia in Calabria che in Sicilia (concordo con Josh nel portarla ad esempio del meccanismo del "perfetto curatore di clientele").
Di questo infatti si tratta, di immensi contenitori clientelari, variamente organizzati.
Da noi il problema è, se possibile, ancor più sclerotizzato perché il livello di attenzione dell'"opinione pubblica" è bassissimo.
D'altro canto, qualsiasi organizzazione in qualsiasi parte del mondo, se non prevede controlli "democratici" tende a perpetuare se stessa anche in modo eticamente discutibile.
Il guaio è che le considerazioni "ingenue" non le fa più (quasi) nessuno.
RispondiEliminaL'Italia è un paese dove la maggioranza dei suoi abitanti (che non voglio chiamare italiani perchè come dice lo stesso nostro inno nazionale "non siam popolo, perchè siam divisi") è costituita da sepolcri imbiancati. E' un paese dove si grida allo scandalo perchè è stata violata la legge sulla privacy pubblicando delle intercettazioni facendo diventare vittima il carnefice. Dove viene premiato il criminale e l'onesto è solo un cretino. Dove si lecca il culo al Vaticano. Dove si vuole accontentare tutti (ma anche...nessuno).
RispondiEliminaDove chi si ribella è tacciato di populismo, a dimostrazione che chi è a favore del popolo è contro questo sistema. Sistema che, tranne una piccola percentuale, tutti accettano e tutti siamo collusi.
Buon Natale a tutti.
Calma e Gesso!
RispondiEliminaSecondo me, bisogna distinguere tra esperienze e considerazioni personali e "circo mediatico".
Chi fa un giornale o un telegiornale NON HA l'esclusivo scopo di informare. Ha anche (e soprattutto) lo scopo di "influenzare" il lettore/spettatore.
Così si crea l'Opinione Pubblica. Lo sa bene il mitico Nano, che di queste cose è maestro.
Noi poveri mortali per evitare di essere fagocitati dal meccanismo, dobbiamo imparare a sviluppare lo "spirito critico" fin da piccoli.
Che non significa diventare criticoni, ma saper distinguere le notizie, le non-notizie,la schiumazza ed i polveroni. E soprattutto tener presente "chi è" che ti dice una cosa.
Per quelli della mia generazione è un po' difficile (siamo cresciuti col motto "l'ha detto la televisione"), ma si può imparare.
Un utile esercizio consiste nel seguire (a patto di non crederci)qualche tg di ItaliaUno o ReteQuattro, dove le non-notizie diventano Mito.
Ovviamente le considerazioni sulla sanità fatte tra di noi si classificano tra le esperienze personali, dunque "reali" anche se ingenue. Da questo punto di vista, temo che rifiutare il "Sistema" non serva. Può anzi trasformarsi in un modo comodo di non vedere e non capire.
Che discorsi difficili, basta! Buon Natale a tutti!