mercoledì 1 settembre 2010

Berlusconi, il grande venditore.

La recente visita di Gheddafi è stata abbondantemente dileggiata sui giornali della sinistra politicamente corretta, con tutto il suo circo di centinaia di hostess, conversioni all'islam, accampamenti in tenda e tutte le altre pittoresche amenità alle quali il leader libico ci ha abituati.

Tutta questa indignazione però non mi convince. Sia perchè i rapporti con la Libia sono stati da sempre coltivati intensamente da tutti i governi italiani (anche di centrosinistra), sia perché il frutto del sacrificio di sopportare tutte queste pagliacciate si concretizza in numerosi e lucrosi contratti che assicurano importanti lavori a imprese italiane del calibro di Eni, Finmeccanica, Unicredit, Impregilo. E, per una volta, non si sente fetore di conflitto di interessi.

Direi quasi che, per una volta, Berlusconi si è speso per il nostro paese nell'attività che gli è più congeniale, cioè quella di grande venditore, che sa trovare le leve giuste per ingraziarsi anche il più ostico dei clienti.

Come in ogni cosa, non sono tutte rose e fiori. Innanzi tutto non è che gli affari personali di Berlusconi non c'entrino del tutto, anzi: la buona tenuta dei rapporti con Gheddafi non può che agevolare le relazioni tra i due leader in campo televisivo.

E poi, cosa ancora più importante: il successo degli accordi commerciali, pur importanti, fa passare in secondo piano i recenti trattati firmati dai due Paesi per fermare gli sbarchi dei migranti in mare, che vengono "gentilmente" respinti, consegnati alle autorità libiche e inviati verso destinazioni ignote.

1 commento:

  1. Casualmente, però, questa attività di mega-venditore amichevole si sviluppa con successo soprattutto verso capi di stato con tendenze "assolutistiche".

    Quanto agli affari, all'inizio anche la costruzione delle "C.A.S.E." all'Aquila sembrava un grande progetto, ma col tempo (che è galantuomo) si scoprì che trattavasi di truffa.

    Considerando i precedenti ed i personaggi cui è legato (ad es. il Dell'Utri appassionato venditore di diari-patacca), dubitare è più che lecito: è doveroso.

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