giovedì 31 marzo 2011

Siti cult: i libri più belli.

Oggi segnalo un sito che seleziona le copertine di libri più belle.
Solo tre sono i titoli di editori italiani, tutti editi da Rizzoli.

martedì 29 marzo 2011

Tortura, di questo si tratta.

La puntata del 20 marzo di "Presa diretta", il programma di Iacona in onda ogni domenica su Rai Tre, conteneva un eccezionale documento filmato sulla condizione dei manicomi giudiziari italiani (esistono, esistono ancora). Il video è stato girato dalla Commissione Parlamentare sulla situazione della sanità italiana durante una serie di blitz effettuati senza preavviso nelle fatiscenti strutture dove sono rinchiuse decine di sventurati dimenticati da tutti.

In studio, insieme al giornalista, c'è Ignazio Marino, presidente della Commissione, andato in prima persona insieme agli altri parlamentari.

Le invocazioni disperate dei detenuti ("Fatemi uscire da qui!") suscitano nell'immediato un effetto straniante (si tratta di un film ?); poi ci domanda inevitabilmente se viviamo un paese civile.

Cosa possiamo fare ?


domenica 27 marzo 2011

Foto strane: quale dei due ?

Quale dei due attraversamenti è valido ?
(da precisare che quello a destra ha lo scivolo per le carrozzine dal lato della fotocamera)



(di Angelo Furnari)


venerdì 25 marzo 2011

Saverio Romano ha ragione.

La nomina di Saverio Romano a Ministro delle Politiche Agricole, con annesso mal di pancia di Napolitano, è emblematica del rapporto perverso che ormai si è instaurato tra politica e giustizia. Da un lato c'è chi ormai apertamente sostiene che deve essere la politica a decidere le direzioni verso cui devono andare le indagini (vedi l'annunciata riforma della giustizia del PDL). Dall'altro c'è chi ritiene che basti l'apertura di un'indagine penale per stroncare l'avversario politico.

Già in passato mi era capitato di sostenere che il giudizio politico dovrebbe restare indipendente da considerazioni giudiziarie; *un fatto* (se davvero c'è un fatto) dovrebbe essere considerato, e giudicato, politicamente per quello che è, indipendentemente dalla sua qualificazione di reato (cosa che spetta alla magistratura).

Nel caso del neoministro Romano i fatti (almeno: quei fatti che sono conosciuti a mezzo stampa) sono questi:

1) Francesco Campanella (l’ex presidente del Consiglio comunale di Villabate che fornì la carta d’identità falsa a Bernardo Provenzano) lo ha indicato come un esponente politico vicino ai presunti mafiosi Antonino e Nicola Mandalà. Inoltre un amico di Campanella ha dichiarato che, in sua presenza, Romano avrebbe detto a Campanella di essere "della sua stessa famiglia". Queste dichiarazioni non hanno trovato riscontri sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio. Per questo il pm ha chiesto l’archiviazione, che il gip ha respinto fissando l’udienza preliminare per il prossimo primo aprile. Il reato contestato è quello di concorso esterno in associazione mafiosa.

2) Esiste un'intercettazione ambientale del 2004 in cui Massimo Ciancimino dice al professore Lapis che per suo conto aveva curato la vendita della società del Gas agli spagnoli della Gas Natural, che aveva dovuto versare somme di denaro ad alcuni esponenti politici. Tra questi, Saverio Romano. L'indagine, ancora aperta, è per corruzione aggravata dal favoreggiamento alla mafia.

3) Secondo notizie di stampa Romano è nipote di Saverio Barrale, da un mese non più sindaco di Belmonte Mezzagno per decisione del ministero dell’Interno di iniziare le procedure di scioglimento per mafia del comune.

Ora, mentre la magistratura lavora, si spera serenamente, a valutare questi fatti dal punto di vista giudiziario, a noi non rimane che trarre le dovute conclusioni politiche. Bastano quelle dichiarazioni, in mancanza di altri elementi, a farci giudicare (politicamente, s'intende) come mafioso e corrotto un uomo politico ? E' civile che la sua carriera politica sia condizionata dai tempi, necessariamente lunghi, della giustizia ?

mercoledì 23 marzo 2011

Insulti al posto dei servizi.

Io sono tra quelli che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica, nella convinzione che essa sia un caposaldo di equità, di identità collettiva, di civiltà. Ma i governi nazionali ne hanno avuto pochissima considerazione, tanto da averla riempita di insegnanti malpagati e rancorosi, selezionati mediante criteri lontanissimi dal merito.

Questa scuola non è più in grado di offrire servizi che altrove sono considerati basilari e che, specialmente per le famiglie con entrambi i genitori occupati, sono irrinunciabili. Per esempio: non mi offre la mensa, il tempo pieno, una certa stabilità del corpo docente durante l'anno, e soprattutto non è in grado di garantire alcunché circa la qualità dell'insegnamento. Mi vedo così costretto a diventare un utente della scuola privata.

E invece di porgermi le sue scuse, il ministro dell'istruzione si mette a insultare chi, come me, manda i propri figli alla scuola privata, ma non tralascia di manifestare contro chi vuole inaridire le risorse per la scuola pubblica.


Vale la pena rileggere le ormai celebri parole Piero Calamandrei, pronunciate in un discorso pubblico del 1950.

“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito?

Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).

Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito.

Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata.

Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.

L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.

Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico“

lunedì 21 marzo 2011

Una bellissima tastiera per il vostro Ipad.



E' vostra con 699 dollari oppure, se volete solo il kit (open source, naturalmente), ne bastano 69.

venerdì 18 marzo 2011

Quanto ci costa la Regione.

La UIL ha recentemente pubblicato un documento sui costi della politica. Il testo trasuda la solita demagogia e, curiosamente ma non troppo, omette di annoverare nel conto degli sprechi anche i costi degli apparati sindacali.

Resta il fatto che il documento contiene spunti interessanti, come una tabella che mette a confronto i costi che i cittadini devono sopportare per tenere in piedi le giunte e i consigli delle diverse regioni italiane. Affiancando a quei dati il numero degli abitanti viene fuori un interessante indicatore della spesa annua procapite

mercoledì 16 marzo 2011

La 25a più sicura centrale nucleare al mondo (su circa 450).



Non esiste una centrale nucleare sicura: nel campo atomico la "sicurezza" è sempre relativa.

Non è vero che in caso di incidente grave la radioattività rilasciata nell'ambiente possa essere "contenuta": se la centrale esplode, almeno le radiazioni di cui è impregnato l'edificio stesso saranno disperse nell'ambiente.

Non è vero che avere una centrale nucleare vicino casa possa essere pericoloso quanto averla al di là dei confini (ad. es. in Francia): in caso di incidente vengono liberate anche sostanze radioattive "pesanti" che rimangono radioattive per lungo tempo e ricadono al suolo entro alcune decine di km dalla centrale.

Non è vero che le centrali nucleari siano efficienti: soltanto il 35% del calore sviluppato viene utilizzato per produrre energia elettrica, il resto deve essere dissipato nell'ambiente. Una centrale termoelettrica utilizza quasi il 57% del calore prodotto, un termovalorizzatore può arrivare al 27%.

Non è vero che le "fuoriuscite" di elementi radioattivi si hanno solo in caso di incidente: durante l'esercizio normale della centrale vengono periodicamente immesse nell'ambiente sostanze radioattive in quantità definita "trascurabile".

Non è vero che abitare vicino ad una centrale nucleare non provochi danni da radiazioni; viceversa, è accertato che i bambini con meno di 5 anni che vivono entro 5 km dai reattori sono soggetti ad un incremento del 76% del rischio di contrarre una leucemia rispetto ai coetanei che vivono almeno a più di 50 km (e le percentuali scalano in base alla distanza).

Molto semplicemente, è tutto scritto qui. Oppure è spiegato qui.

Ma allora, a chi conviene costruire centrali nucleari? Senz'altro conviene alle aziende produttrici perché possono sfruttare finanziamenti pubblici. E conviene ai gestori perché - non avendo sostenuto i costi di costruzione e non dovendo sostenere quelli di smantellamento (a carico della collettività) - possono produrre energia a costi contenuti ed alti profitti.

(di Angelo Furnari)


martedì 15 marzo 2011

Chi vuole le centrali nucleari.

La tragedia del Giappone sta facendo riflettere il mondo intero sulla sicurezza delle centrali nucleari. La Germania medita una sospensione delle nove autorizzazioni. Per l'Italia si tratta di scegliere se confermare il rifiuto del nucleare espresso dagli italiani in occasione del referendum del 1987, oppure lasciarsi sedurre dalle sirene moderniste pro-nucleare che hanno trovato sponda nel governo Berlusconi.
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La lobby pro-nucleare ha scelto Chicco Testa come suo rappresentante e testa d'ariete. Testa, dopo un passato di ambientalista antinuclearista, oggi ha sposato una linea acriticamente "pro", e persino all'indomani dello tsunami giapponese, si è affrettato ad arrampicarsi sugli specchi per difendere la scelta nuclearista.

Quello che sorprende è il credito di cui gode questo personaggio, sempre in televisione a discettare e sputare giudizi. Ma su cosa si basa questa "autorevolezza" ? Chi è il tipo del quale l'Italia dovrebbe fidarsi in tema di energia nucleare ?

Secondo Wikipedia Chicco Testa è un laureato in Filosofia, e la sua esperienza inizia al WWF per approdare in Parlamento (con il PCI) e poi, grazie alla politica, nei consigli di amministrazione di varie aziende pubbliche, e qualcuna privata. Da quasi un anno è presidente del Forum Nucleare, una lobby che ha già mostrato la sua ambiguità con una campagna di comunicazione falsamente oggettiva, giudicata ingannevole dal Giurì pubblicitario.

E dovremmo affidare scelte così delicate a uno così ?Inserisci link

domenica 13 marzo 2011

Travaglio, torna al tuo mestiere.

Se qualcuno crede che gli articoli di Marco Travaglio siano monotematici (Berlusconi, la giustizia, la casta, etc.) adesso potrà ricredersi. La sua prosa straripante è arrivata a occuparsi persino di cinema.

Peccato che, nel recensire il nuovo cinepanettone "Amici miei - come tutto ebbe inizio" (una specie di seguito del celebre originale con Tognazzi, Moschin, Noiret, Celi e Del Prete), Travaglio ammette candidamente di non avere visto il film. E, pur riportando le parole del regista Parenti che nota che "prima di giudicare un prodotto bisogna vederlo", se ne esce con un "Eh no, troppo comodo, non può dire al pubblico: "pagate il biglietto e poi, se non vi piace, criticate pure"". Insomma il nostro Marco vorrebbe andare al cinema con la formula soddisfatti o rimborsati.
Direi proprio che quello di critico cinematografico non è un ruolo che gli si confà.

Per fortuna che Il Fatto Quotidiano contiene anche ben altro, a partire dai suoi editoriali in prima pagina, o l'ultimo scoop di Galeazzi, Malagutti e Paradiso sul tentativo di corruzione di cui sarebbe stata vittima la funzionaria dell'anagrafe di un comune marocchino allo scopo di modificare i registri delle nascite e regalare la maggiore età alla famosa Ruby.


venerdì 11 marzo 2011

Pubblicità Ikea: quanto manca alla polemica ?

E' improbabile che qualche politico nostrano si faccia sfuggire l'occasione per avventurarsi in una bella polemica.

martedì 8 marzo 2011

lunedì 7 marzo 2011

Ci vediamo da Mario.

Se vi capita di trovarvi a Firenze e apprezzate il mangiare bene in un ambiente popolare, "Mario" è una tappa obbligatoria. Le recensioni possono essere lette qui, io mi limito a mostrare alcuni dei cartelli affissi nel locale, che testimoniano assai bene la "filosofia" di quella cucina.






sabato 5 marzo 2011

Città Amia.

Un accento in posizione alquanto infelice.

giovedì 3 marzo 2011

Noise from Tremonti.

In un discorso all'Università di Brescia il nostro ministro Tremonti ha affermato che il Centro e il Nord Italia insieme sono piu' ricchi della Francia, della Germania, dell'Inghilterra, e che il Nord d’Italia è "la regione più ricca d’Europa e quindi del mondo”.

Ora, in primo luogo l’Europa non è da tempo la parte più ricca del mondo, per cui non basta essere l’area più ricca d’Europa per essere la più ricca del mondo.

Inoltre il PIL procapite del Centro Nord italiano è pari, nel 2009, a 29.399 euro, leggermente inferiore alla media relativa all’intera Germania (29.406 euro), compresi i Lander dell’est. Nel confronto con le regioni più ricche della Germania il divario diventa molto ampio: Amburgo 48.229 euro (il 64 per cento in più del nostro Centro Nord), Brema 40.529 euro (il 38 per cento in più), Hessen 35.731 euro, Bayern (che immagino sia la Baviera) 34.397 euro. Insomma non si vede proprio come il Centro Nord, nel suo complesso, possa essere considerato la regione più ricca.

Ma forse il ministro si riferiva a qualche area più limitata. Vediamo.

La nostra area più ricca è quella di Bolzano, il cui PIL procapite è di 34.421 euro, ai livelli della Baviera, ma molto al di sotto di Amburgo e Brema. Altre regioni italiane ricche sono la Valle d’Aosta (32.784 euro) e la Lombardia (31.743); sopra i 30.000 euro si trovano anche Trento e l’Emilia Romagna.

Ma tanto, l’importante è fare annunci eclatanti senza il supporto di alcun dato. Chi volete che vada a verificare i dati...

Tremonti non è nuovo a queste sparate. Le sue mirabolanti affermazioni sono fatte con tale sicumera che pochi si preoccupano di andare a verificare. Tra questi ci sono quegli economisti rompipalle di "Noise From Amerika" che agli errori, le banalità e le sciatterie del ministro "Voltremont" hanno addirittura dedicato un libro intero "Tremonti, istruzioni per il disuso".

La gustosissima introduzione del libro è disponibile qui.

(quasi interamente di josh71)

martedì 1 marzo 2011

Capire la CGIL.

Il recente contratto collettivo per i lavoratori del commercio è stato firmato senza l'assenso della Filcams, l'organizzazione di categoria della Cgil. Come capita sempre più spesso negli ultimi tempi, la Cgil si ritrova da sola a contestare accordi siglati in armonia tra Governo e Cisl e Uil.

Come possiamo capire quali sono le ragioni che hanno motivato questo atteggiamento ?
La lettura dei quotidiani aiuta poco. Ma anche la comunicazione del sindacato difetta parecchio per chiarezza. Questo estratto, per esempio, è tratto da Rassegna.it, il sito di informazione della Cgil.

Le motivazioni del no all'accordo sul commercio, nelle parole del segretario della Filcams-Cgil:

"Innanzitutto, l’intesa recepisce pienamente l’accordo separato del 22 gennaio 2009, sulla riforma del modello contrattuale. Oltre all’assunzione dell’Ipca, quale meccanismo di calcolo degli incrementi salariali, infatti, viene introdotto l’istituto delle deroghe, attraverso il quale la funzione del ccnl viene indebolita. Inoltre, l’ipotesi sottoscritta assume i contenuti del collegato sul lavoro, sul quale la Cgil ha espresso analogo dissenso, a partire dalla certificazione.

Ci sono anche altri punti negativi, come quello relativo alla malattia, che prevede la fuoriuscita dall’Inps, attraverso il pagamento diretto da parte delle aziende e il peggioramento della normativa sul pagamento dei primi tre giorni. La stessa contrattazione di secondo livello esce ridotta e fortemente condizionata dalle deroghe, smentendo quello che era l’obiettivo primario dell’accordo separato sulla riforma del modello contrattuale.

Nel complesso è un accordo che risente indubbiamente della crisi del settore, ma che scarica sul lavoro il suo costo principale, quando, al contrario, la crisi stessa richiederebbe un forte investimento qualitativo sul fattore umano. Al tempo stesso, è un accordo che importa nella categoria del terziario, le tensioni che da tempo caratterizzano il quadro sindacale e che avevano fino ad oggi risparmiato il settore". La Filcams chiederà adesso alle altre organizzazioni sindacali di sottoporre alla consultazione dei lavoratori l’ipotesi di accordo, all’esito della quale si riterrà vincolata. "Questa prova democratica – conclude il dirigente sindacale – sarebbe il più importante contributo per evitare il deterioramento di una esperienza unitaria, che in questo settore ha consentito la realizzazione di importanti risultati sindacali".

Capito qualcosa ? La cosa curiosa è che, nello stesso articolo, la posizione delle organizzazioni favorevoli all'accordo è sintetizzata così, senza dubbio con molta più chiarezza:

"Il contratto garantirà ai lavoratori aumenti salariali compatibili con il valore economico di riferimento concordato tra le parti, conosciuto come Ipca che prevede un incremento complessivo nel prossimo triennio del 5,61%"