venerdì 7 ottobre 2011

Otto ore al pronto soccorso, e c'è da essere contenti.


Premetto che sto apprezzando il lavoro di risanamento della sanità regionale portato avanti, tra mille opposizioni, dall'assessore Massimo Russo. Dopo decenni di sprechi, privilegi, rendite di potere di piccoli e grandi politicanti-medici, intrecci perversi tra pubblico e privato, si sta finalmente cercando di mettere qualche controllo a questi enormi flussi di spesa pubblica.

Ed è scontato che, con questi tentativi, con questi tagli, c'è anche il rischio di intaccare il livello del servizio. Insomma, alla lunga vedremo i risultati.

Leggere però, sul Giornale di Sicilia di venerdì 7, che il Direttore del pronto soccorso dell'Ospedale Civico si dichiara soddisfatto per avere ridotto il numero medio delle ore di attesa dei pazienti da 23 a 8 (otto!) ore, fa imbestialire. Soprattutto nel giorno in cui il PD siciliano si sforza di illustrare i risultati posiviti dell'azione di riforma della sanità regionale.

5 commenti:

  1. Probabilmente il dato è fortemente influenzato dai "codici bianchi" che sono molto numerosi ed attendono lungamente.
    Comunque, chi ha avuto modo di frequentarlo sa che il "Pronto" Soccorso del Civico somiglia ad un girone dantesco.
    E questo è senz'altro un indicatore del livello di civiltà complessiva di una comunità.

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  2. Una permanenza media di 23 ore significa che forse c'è pure qualcuno che aspetta 45 ore e qualcuno che aspetta 1 sola ora...

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  3. Il problema non è solo amministrativo/organizzativo,buona parte di medici e infermieri svolgono il proprio lavoro in maniera poco professionale o per meglio dire vanno a rubare lo stipendio

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  4. Beh, questo, almeno da parte mia, è difficile sostenerlo. Anzi spesso, quando mi sono servito della sanità pubblica, mi è capitato di imbattermi in medici competenti e dal tratto umano.

    Ciò che invece, a mio giudizio, lascia scandalosamente a desiderare, è lo stato degli edifici e la professionalità del personale impiegati e paramedico.

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  5. Concordo in pieno con Antonio.

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