Secondo alcuni studi seri (al momento solo preliminari), le radiazioni nucleari fuoriuscite dalla centrale nucleare di Fukushima a causa dello tsunami non avrebbero causato fin ora alcuna vittima (i risultati degli studi sono ancora preliminari). Per avere sostenuto questa tesi l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, qualche settimana fa è stato sparato alle gambe in un attentato terroristico.
Purtroppo invece nel circuito dell'informazione prevale il sensazionalismo, il pregiudizio acritico, la propaganda interessata. Ricordo per esempio le immagini terrificanti di quella tragedia utilizzate con spregiudicata efficacia da Adriano Celentano per confezionare un videoclip di propaganda antinucleare in vista dei referendum di giugno del 2011, trasmesso da Michele Santoro in Annozero.
(da un'idea di Luciano)
Mi ricorda la storia del terrorismo islamista come unica minaccia globale al nostro benessere, che ha reso i controlli agli aeroporti spesso così lunghi e ridicoli, con l'introduzione addirittura di body scanner prodotti da qualche azienda israeliana in esclusiva mondiale. Salvo poi scoprire che ogni anno nel mondo 3 milioni e mezzo di persone muoiono per danni legati al fumo, però nessuno si azzarda a sequestrarti le sigarette per strada! E' evidente che la campagna contro il nucleare serve a favorire qualcuno e a indebolire qualcun altro, ma va da sé che pensare di costruire una centrale in Italia sarebbe stato veramente impossibile, con il livello di corruzione e di criminalità che ci ritroviamo tra i piedi e tra i seggi del parlamento.
RispondiEliminaGuarda che il nucleare di danni ne ha fatti eccome. Non ci saranno stati morti a Fukushima (non lo so), ma in passato sai quante vittime e quanti danni ancora si piangono (e si piangeranno) per la tragedia di Chernobyl?
RispondiEliminaE gli irreversibili danni ambientali? Di quelli non ci si deve forse preoccupare? Intere aree del pianeta totalmente inaccessibili per chissà quanti secoli!
Detto questo, il nucleare non è più conveniente nemmeno dal punto di vista economico; inoltre con le nuove energie rinnovabili se ne può (e se ne deve) tranquillamente fare a meno. Senza contare i problemi (anche economici) legati alla gestione delle scorie...
Il fatto è che questi studi - di solito - si riferiscono ai danni diretti (insorgenza di malattie conseguente ad una esposizione diretta alle radiazioni ionizzanti) e tralasciano i danni deterministici (aumento della probabilità di contrarre malattie nelle popolazioni che sono state esposte anche indirettamente a radiazioni).
RispondiEliminaPer valutare questi ultimi (come riporta anche l'articolo citato) sono necessarie indagini epidemiologiche a lungo termine. In pratica, occorre attendere diversi decenni per verificare che vi sia stato un aumento dei casi di tumore nelle popolazioni interessate. Dopodiché bisogna dimostrare che tale aumento è significativo e dunque correlabile all'esposizione indiretta alle radiazioni.
Per fare un esempio, il rapporto ufficiale sull'incidente di Chernobyl, redatto da agenzie dell'ONU ( tra le quali la stessa UNSCEAR), conta soltanto 65 morti accertati, ma ne stima altri 4.000 per tumori e leucemie lungo un arco di 80 anni che, pur essendone una conseguenza indiretta, non sarà possibile associare direttamente al disastro. All'estremo opposto, Greenpeace stima 6 milioni di vittime indirette in tutto il mondo. I Verdi del PArlamento Europeo ne stimano 50.000.
A ben vedere, inoltre, queste stime si basano su eventi che hanno comportato l'evacuazione di migliaia di persone (più di 180 mila a Fukushima per un raggio di 20 km). Ma per valutare compiutamente gli effetti sulla salute a seguito di un incidente nucleare sarebbe necessario... non evacuare la popolazione e vedere che succede. Pare che non se la sia sentita nessuno.
Tutto molto ragionevole.
RispondiEliminaLa mia posizione sul nucleare è discretamente "anti", ma mi irrita vedere sostenere questa mia posizione con argomentazioni da demagogo arruffapopolo.
Come in tutti le questioni complesse, occorre ragionare senza pregiudizi.
Sono d'accordo sul fatto che la demagogia rischia di essere addirittura controproducente rispetto alle tesi che vuole sostenere (limitatamente alle persone ragionevoli).
RispondiEliminaUna piccola dose di pregiudizio, però, aiuta a valutare criticamente certi studi e certi e certi articoli. Faccio un altro esempio: tra le vittime "dirette" di un incidente nucleare, di solito si tende ad escludere casi del tipo "tecnico cade dalle scale mentre tenta di raggiungere la sala operativa della centrale e muore". Dunque, costui non sarebbe una vittima dell'incidente perché non è morto a causa delle radiazioni. E quand'è così mi sento preso per il c***!
Mah, comunque non sarebbe corretto utilizzare il caso del tuo esempio come conseguenza negativa dell'energia nucleare.
RispondiEliminaQuindi uno che muore d'infarto per un terremoto non è una vittima del terremoto?
RispondiEliminaMa che fai, filosofeggi ?
RispondiEliminaUn fatto è la morte "durante" un terremoto, altra cosa è la morte "a causa" del terremoto.
L'angolino titola "Nessuna vittima per il nucleare di Fukushima". Il titolo continua poi con la frase "forse è così", giusto per evitare che qualcuno lo accusi di fare titoli a effetto. Questo bel titolo si basa su un blog di uno che parla di un articolo che parla di uno studio preliminare sull'argomento. Ignorando tutta la complessità dell'argomento radiazioni, contaminazione e conseguenze a lungo termine.
RispondiEliminaE poi L'angolino critica il sensazionalismo e il pregiudizio acritico?
L'obiezione è sensata.
RispondiEliminaMa dal momento che, sono convinto, non occorre la patente di specialista per esprimersi su ogni argomento, per formarsi e per esprimere un'opinione non rimane che valutare le fonti disponibili e affidarsi a quelle ritenute più attendibili e serie.
Nella catena di fonti di quel "blog di uno che parla di un articolo che parla di uno studio preliminare sull'argomento" ci sono la rivista divulgativa "Scientific American", c'è "Nature", c'è l'OMS: a mio giudizio molto più affidabili di Adriano Celentano.
Io ho imparato negli anni a diffidare delle istituzioni e delle fonti di informazione ufficiali.
RispondiEliminaOSM è a tutti gli effetti un'istituzione e se uno studio commissionato dall'OSM un anno dopo una catastrofe nucleare, anche se appare su Nature, cerca di fare il conto aritmetico dei morti, io ho il fortissimo sospetto che si cerchi di manipolare l'opinione pubblica. Fare la conta dei morti di una catastrofe nucleare come dopo un terremoto è una cosa che non ha nessun senso.
Potrebbe aver un qualche senso uno studio fatto forse 20 anni dopo la catastrofe - uno studio fatto seriamente, non una conta aritmetica - ma certo non un anno dopo.
I motivi per cui lo credo sono gli stessi esposti più su da andryonline e Angelo. I concetti da loro esposti sono noti da molti anni, almeno dal 1986.
Ma se non ci fosse stato il terremoto? Il tizio sarebbe ancora vivo? A me sembra che è morto "durante" il terremoto "a causa" del terremoto.
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RispondiEliminaPortando agli estremi il ragionamento di Angelo, dovremmo considerare vittima di un incidente automobilistico l'operaio che rimane schiacciato in fabbrica mentre un robot sposta una scocca dal reparto verniciatura al reparto bullonatura. Certo, se non avessero inventato le automobili, quell'operaio forse sarebbe ancora vivo, ma probabilmente se non ci fossero state le automobili magari il suo futuro padre, nel passato ovviamente, non sarebbe andato fuori porta alla casa di campagna e non avrebbe fatto quella sveltina con la futura madre, sempre nel passato, da cui poi sarebbe nato lo sfortunato operaio. Questo per dire che la ricerca delle cause, l'andare troppo a ritroso, a un certo punto si deve interrompere, altrimenti potremmo pure dire che l'uomo è morto perché è stata inventata la ruota, o che il tecnico della centrale è morto perché qualcuno un giorno inventò la scala...
RispondiEliminaGorillik, c'è una bella differenza tra un ragionamento ed una boutade e, per fortuna, entrambi la conosciamo.
RispondiElimina:-)))
Nel merito, l'operaio è vittima di un incidente sul lavoro.
RispondiEliminaÈ, invece, vittima di un incidente automobilistico il tizio che muore d'infarto mentre la macchina su cui si trova esce di strada.