Come si legge nel Corriere della Sera , dopo il terremoto il Governo ha “precipitosamente” modificato il “Piano Casa” nella parte che prevedeva “Semplificazioni in materia antisismica”.
Effettivamente il testo dello schema di decreto, rintracciabile (ancora per quanto ?) sul sito dell’ANCI mostra che effettivamente si intendeva aggiungere al Testo Unico in Materia Edilizia (DPR 380/2001) un comma che, per gli interventi edilizi nelle località sismiche, esonerava dall’onere del rilascio dell’autorizzazione dell’ufficio tecnico regionale, nelle regioni che avessero previsto per legge modalità di controllo successivo, anche a campione
Qui di seguito lo schema della proposta: in neretto la parte che si intendeva aggiungere alla legge preesistente.
Art. 5
(Semplificazioni in materia antisismica)
1. L’articolo 94 del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, è sostituito dal seguente:
“Articolo 94 (Autorizzazione per l’inizio dei lavori)
1. Fermo restando l’obbligo del titolo abilitativo all’intervento edilizio, nelle località sismiche ad eccezione di quelle a bassa sismicità all’uopo indicate nei decreti di cui all’articolo 83, non si possono iniziare lavori senza preventiva autorizzazione scritta del competente ufficio tecnico della Regione. L’autorizzazione è rilasciata entro sessanta giorni dalla richiesta e viene comunicata al comune, subito dopo il rilascio, per i provvedimenti di sua competenza.
2. L’autorizzazione preventiva di cui al comma 1 non è necessaria per l’avvio dei lavori ove le Regioni, in ragione della destinazione d’uso delle opere e della loro complessità strutturale, ferma restando l’esigenza di tutelare l’incolumità pubblica, e per gli edifici non destinati ad uso pubblico, abbiano previsto con legge modalità di controllo successivo anche con metodi a campione.
3. Avverso il provvedimento relativo alla domanda di autorizzazione, o nei confronti del mancato rilascio entro il termine di cui al comma 1, è ammesso ricorso al Presidente della giunta regionale che decide con provvedimento definitivo.
4. I lavori devono essere diretti da un ingegnere, architetto, geometra o perito edile iscritto nell’albo, nei limiti delle rispettive competenze.”.
Bravo Antonio! Un piccolo scoop!
RispondiEliminaPer chi avesse ancora dubbi sulle reali finalità (nonché sulla qualità tecnica) del cosiddetto "piano-casa", questa mi sembra la prova definitiva.
Un altro indizio importante è la proposta delle "new town": chi conosce Gibellina nuova o San Giuliano sa di cosa si tratta.
Segnalo, infine, un equivoco che in questi giorni percorre i mezzi di comunicazione: diversi hanno sostenuto che si potrebbero utilizzare i soldi del "piano-casa" per aiutare le zone colpite dal sisma. Ma a me sembra che il "piano-casa" di soldi non ne metta proprio: rilascia solo autorizzazioni "in deroga".
Alla Maggioranza Silvia
RispondiEliminaAll'apparir del Vero
Tu, misera, cadesti.
E non ti molceva il core
Or delle negre trapiantate chiome
Or degli sguardi innamorati e Schifani...
Hai ragione Angelo, con il piano casa non sono previsti stanziamenti di denaro, visto che esso al limite avrebbe messo dei soldi in tasca a muratori e imprese edili (e come si sa, questi pagamenti sono spesso in nero...).
RispondiEliminaChe il terremoto sia veramente una prova divina per mostrarci quanto siamo mortali e fallaci (non fallaciani)?
Lo sapevate? L'Italia attende un adeguamento delle norme antisismiche dal 2001. Recentemente, su sollecitazione di progettisti e costruttori, il governo ha rinviato nuovamente di un anno l'entrata in vigore delle nuove norme. Chissà, forse si saranno detti: "tanto nessuno le applica":
RispondiEliminahttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/09/allarme-inascoltato-dal-ministro-norme-antisismiche.html
Il ministro Matteoli ha risposto (oggi su Repubblica) che aveva scritto una lettera a Tremonti evidenziando "l'errore" e dicendosi contrario.
Ed infine, qui si spiega come è stato ricostruito il Friuli dopo il terremoto del '76 e come le nuove case abbiano resistito a nuovi terremoti, a differenza di quelle del centro Italia (l'articolo è del 1998, ma sembra scritto ieri):
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/04/14/salvi-grazie-alle-case-antisismiche.html
C'è qualcosa di marcio in Danimarca... pardon, in Italia.
RispondiEliminaI continui rinvii non sono cosa recente. Tutti i governi li hanno fatti.
RispondiEliminaQuesto non ne sminuisce il significato.
RispondiEliminaCaro Presidente,
RispondiEliminaho assistito ai funerali, trasmessi dalle tv.
E' stato come se fossi stato lì, accanto a Lei, in mezzo ai "nostri" parenti. L'ho vista commuoversi ed ho pianto anch'io.
Ha fatto bene, sa, a stare là. Le altre autorità se ne stavano tutte insieme, lasciando i terremotati al loro dolore. Senza fargli compagnia. E senza commuoversi.
A pensarci bene, neanche i parenti piangevano; non tutti, almeno.
L'animo degli uomini è ben strano!
Solo alcuni, i più sensibili come noi, sanno quando piangere. Sanno cogliere l'attimo fuggente della commozione.
Suo devotissimo
"La Quarta Dimensione" ha pubblicato questo breve testo di Camilleri che mi sembra molto appropriato. Sono convinto, infatti, che non di commozione si trattava, ma di paura della morte.
RispondiEliminaEssec (che ringrazio per il "prestito") l'ha titolato: "Il pelo, non il vizio".
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In Iliata ci fu un Cavaliere che, in pochi anni, accumulò una fortuna immensa. Un giorno alcuni magistrati cominciarono a interessarsi dei suoi affari. E cominciarono a piovergli addosso accuse di falso, corruzione, concussione, evasione fiscale e altro ancora. Arrivarono le prime sentenze di condanna. Il Cavaliere, attraverso i suoi giornali, le sue televisioni, i suoi deputati (aveva fondato un partito), scatenò una violenta campagna contro i magistrati che indagavano su di lui accusandoli d’esercitare una giustizia di parte. Lui stesso si definì un perseguitato politico. Tanto fece e tanto disse che molti iliatesi gli credettero.
Poi un giorno (come capita e capiterà a tutti), morì. Nell’aldilà venne fatto trasìre in una càmmara disadorna. C’era un tavolino malandato darrè il quale, sopra una seggia di paglia, stava assittato un omino trasandato.
«Tu sei il Cavaliere?», spiò l’omino. «Mi consenta», fece il Cavaliere irritato per quella familiarità. «Mi dica prima di tutto chi è lei».
«Io sono il Giudice Supremo», disse a bassa voce l’omino. «E io la ricuso!», gridò pronto il Cavaliere che aveva perso tutto il pelo, la carne, le ossa, ma non il vizio.
Andrea Camilleri
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L'argomento è diventato "caldo", come si conviene ad una democrazia immatura. Perciò, sul "caso" Vauro-Santoro vi segnalo il commento, secondo me particolarmente lucido, di Michele Serra:
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-6/serra-tv/serra-tv.html
Le vignette sono reperibili su Repubblica.
Che poi, il "giornalismo-giornalismo" sia indispensabile, ce lo dicono le prime dichiarazioni sui futuri appalti (notare l'ultimo capoverso dell'articolo):
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-7/guerra-appalti/guerra-appalti.html