Un osservatore superficiale, e magari un po' malizioso, potrebbe forse, ma proprio forse, arrivare a sospettare che in Italia esiste un problema di concentrazione nel mercato della comunicazione.
Ma per stabilire se una quota di mercato è alta o bassa occorre per prima cosa definire quali sono i confini del mercato al quale ci riferiamo (la quota di mercato di un produttore di aranciata va calcolata sulle vendite delle sole aranciate ? Oppure vanno incluse tutte le bevande ? Oppure ancora solo quelle analcoliche ? Insomma, è un guazzabuglio).
Per fortuna i nostri saggi legislatori hanno prodotto una norma (la legge n. 112/2004, cosiddetta "legge Gasparri") che definisce con esattezza cosa va incluso nella definizione di mercato delle comunicazioni, ribattezzandolo SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni), e stabilendo un tetto massimo del 20% alla quota di mercato detenuta da ciascun operatore delle telecomunicazioni.
L'osservatore malizioso fa notare che, quanto più si allarga la definizione del SIC includendo di tutto un po' (stampa, tv, cinema, sponsorizzazioni, pubblicità esterna, radio, etc.), tanto più piccola appare la quota di mercato di ogni operatore.
E come sta messa l'Italia ? Esiste un problema di concentrazione nel mercato delle comunicazioni ? L'ultima relazione della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni fa, come ogni anno, il punto della situazione:
E così l'osservatore malizioso deve tranquillizzarsi: il gruppo più importante (Mediaset + Mondadori) arriva solo al 14,3 %. Meno male.
Insomma, il povero Silvio ha ancora ampi spazi per svilupparsi ulteriormente nel mondo delle comunicazioni. E voi comunisti che volevate togliergli Rete 4!
RispondiEliminaE voi che parlate tanto di conflitto di interessi...
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