martedì 8 dicembre 2009

Un pubblico parlante.

Durante queste mie serate inglesi mi capita spesso, facendo zapping, di soffermarmi a guardare un programma trasmesso dalla BBC.

Si tratta di una trasmissione di dibattiti politici. Sul palco stanno gli ospiti, cinque o sei, normalmente personalità politiche di primo piano, membri del Governo, parlamentari. Il moderatore, seduto al centro, introduce i vari temi e lascia che la polemica, anche con toni aspri, si sviluppi tra le diverse opinioni.

Poi la telecamera lascia il palco, si gira, e inquadra qualcos'altro: il pubblico. Sì, perché c'è anche un pubblico. Dopo ogni round infatti la parola viene data alla platea, che pone insidiosissime domande, anche le più scomode. Ho visto un'anziana signora mortificare il Ministro della Difesa a proposito dei soldati inglesi caduti nella guerra in Afghanistan.

Inevitabile a questo punto il confronto. In Italia non abbiamo trasmissioni di questo genere. O meglio: non le abbiamo più. L'unica che ricordi, con il pubblico libero di parlare, è "Milano, Italia" di Gad Lerner. Certo, poi magari succedevano cose come questa, ma era vita vera, quella.

4 commenti:

  1. Difficile acquisire in Italia l'autocontrollo inglese (e forse non sarebbe nemmeno un bene).
    Da noi basterebbe un conduttore (o un altro giornalista) che facesse le domande scomode, senza timore reverenziale.

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  2. Come Santoro, il migliore (dopo la Gabanelli).

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  3. Toh! Pensavo proprio ad un giornalista forte come un TORO e paziente come un SANto!

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  4. A proposito di giornalisti "comodi", vale la pena di leggere il "mercuriale" di Scalfari di oggi dal titolo "La principessa e il rospo da baciare":

    http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/scalfari-editoriali/principessa-e-rospo/principessa-e-rospo.html

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