giovedì 28 aprile 2011

Anche Giacomo Leopardi chiese una raccomandazione.

"La fabbrica dell'obbedienza" è un saggio di Ermanno Rea sulla naturale inclinazione degli italiani al servilismo, alle bugie, all'opportunismo individualista.

L'autore indaga sulle origini storiche di questo atteggiamento, e le individua nel trionfo della Controriforma e nella presenza della Chiesa cattolica, da sempre schierata contro qualsiasi anelito di autodeterminazione individuale dei "sudditi". I due principali strumenti ai quali Essa ha fatto ricorso a questo scopo sono la Confessione e il Perdono, con la conseguenza di disincentivare negli italiani l'assunzione di qualsiasi responsabilità per le proprie azioni e favorire l'asservimento delle coscienze.

Il Fascismo, il potere democristiano e il Berlusconismo non sono che la naturale evoluzione di questo processo.

Il libro contiene molte curiose citazioni. C'è per esempio la lettera di raccomandazione che uno dei massimi poeti italiani, Giacomo Leopardi, indirizzò al cardinal Consalvi, ex segretario di Stato vaticano, per essere aiutato a trovare un impiego. Di seguito copio un piccolissimo estratto.

"Eminentissimo Principe. Incoraggiato dai luminosi esempi di sua generosa benevolenza verso quei sudditi Pontifici (...) supplico l'Eminenza Vostra Reverendissima a rivolgere anche sopra di me i suoi benefici sguardi".


Il resto sta nel libro.

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