C'è qualcosa di amaro nella classifica delle facoltà universitarie palermitane pubblicata da Repubblica Palermo in un articolo del 4 maggio scorso. Si parla di un'indagine sulla condizione lavorativa dei neolaureati a distanza di un anno dal conseguimento del titolo accademico.
Al di là del dato generale, commentato nell'articolo, sulla riduzione del numero complessivo di coloro che trovano lavoro entro un anno, si può osservare che le facoltà più "produttive" (nel senso citato) sono in sostanza proprio quelle più collegate alle caste (farmacisti, medici, architetti) dove è molto probabile che, chi si immatricola, lo fa in vista di una sicura sistemazione nello studio di papà, oppure di un "aiutino" per entrare nella sanità pubblica. Altrimenti, meglio cambiare aria.
Bisognerebbe avere anche i dati assoluti (cioè la quantità di laureati): forse il 54% di laureati in farmacia "pesa" meno del 24% di laureati in ingegneria.
RispondiEliminaPardon, 56% e 28%.
RispondiEliminaIo credo che bisognerebbe avere i dati sulla professione dei genitori...
RispondiEliminaCerto!
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