Adesso che ha vinto il mio candidato, al quale auguro di arrivare al traguardo da vincitore e con il sostegno di tutti, mi sento libero di esprimermi sul meccanismo delle primarie. In apparenza si tratta di un bel giocattolo: tutti siamo chiamati a votare, e con il nostro voto ci sentiamo di contribuire alle scelte politiche, di contare qualcosa.
Eppure non riesco a togliermi dalla testa che in condizioni normali un partito dovrebbe essere in grado di scegliere da solo i propri candidati, dopo un processo democratico di discussione interna, con il coinvolgimento di tutti gli iscritti, ai quali dovrebbe anche essere data la possibilità di contribuire all'elaborazione della strategia e della linea politica.
In un assetto di questo genere, dove tutti partecipano e contribuiscono, le primarie semplicemente non avrebbero ragione di esistere. Non a caso, si è cominciato a pensare alle primarie solo dal momento in cui ci si è accorti di aver liquefatto la rete periferica del "vecchio" partito: circoli, sezioni, assemblee degli iscritti, tutti chiusi per "esigenze economiche" in nome di una sventurata adesione al modello di partito leggero, liquido.
Oggi, in mancanza del coinvolgimento della "base" e della legittimazione sostanziale sul campo, i capicorrente sentono il bisogno della misurazione del proprio peso, ricorrendo a primitivi strumenti di contazione, come il tesseramento e le primarie. Eliminando, o riducendo al minimo, il coinvolgimento di tutti anche nell'elaborazione delle scelte.
Insomma, siamo passati dalla partecipazione alla compilazione di un modulo a risposta guidata. Ho molti dubbi sul fatto che, nel lungo termine, questa sia la strada giusta.
Ragionamento interessante e condivisibile.
RispondiEliminaProprio in queste ore riflettevo sul fatto che le primarie di coalizione di Palermo hanno premiato i candidati che nel recente passato hanno lavorato sul territorio, restando in contatto permanente con le persone che, poi, si sarebbero rivelate loro elettori.
Dunque, le primarie ci hanno ricordato la necessità e l'importanza delle "sezioni", svolgendo un compito forse paradossale rispetto alle intenzioni dei costruttori del partito "liquido". Stay tuned!
..... a ridatece Berlinguer .....
RispondiEliminaDunque le primarie rappresentano il fallimento della politica, in qualche modo... ma segnalo Repubblica Palermo di oggi, mi pare, che tramite Antonello Caporale ovviamente gettava sospetti su Ferrandelli insinuando che avesse portato a votare decine e decine di extracomunitari ignari di quel che stavano per fare. E poi che palle questa storia del riconteggio dei voti che scatta nel momento in cui vince chi non era previsto che vincesse...
RispondiEliminaGli extracomunitari erano compatti a favore di Faraone, per quello che si legge.
RispondiEliminaIn effetti, gli extracomunitari votavano obbligatoriamente a piazza Bellini, dove Faraone è arrivato primo con oltre 650 voti e Ferrandelli terzo con 450 circa.
RispondiEliminaSenz'altro ho fatto confusione! In ogni caso mi chiedo: perché siamo pervasi da questa cultura del sospetto?
RispondiEliminaSe ne continua a parlare anche sul Fatto quotidiano... pullman di extracomunitari portati a votare per Ferrandelli.
RispondiEliminaNon lo trovo. Che dice ?
RispondiEliminaEcco il link
RispondiEliminawww.ilfattoquotidiano.it/2012/03/08/primarie-palermo-vadis/195885/
Leggendo l'articolo ho notato un po' di confusione, perciò mi sono rinfrancato quando ho letto un commento ben documentato.
RispondiEliminaPardon... volevo dire un commento circostanziato.
RispondiEliminaCapita quando si scrivono gli articoli consultando solo i lanci di agenzia o quel che scrivono altri giornali...
RispondiEliminaOk, ho letto l'articolo.
RispondiEliminaPessimo.