Esibendo il suo cinico realismo, Mastella ha manifestato la propria contrarietà a qualsiasi ipotesi di sanzionare penalmente le raccomandazioni. Apriti cielo, si è scatenata la classica ondata di indignazione in rete: ecco è tornato il Mastelladelleclientele, l'uomo nero delle raccomandazioni, delle nomine politiche, etc. etc.
Eppure, a pensarci bene, Mastella ha ragione. In un paese normale il politico che, alla luce del sole, "segnala" le buone qualità di una persona arreca un beneficio alla collettività, favorendo la ricerca dei candidati migliori.
Se tutto è fatto nell'assoluta trasparenza, quel politico assume su di sè anche una parte della responsabilità della scelta: dopo una serie reiterata di segnalazioni di persone poi rivelatesi incapaci, le sue successive segnalazioni perderebbero valore segnaletico, e la reputazione di quel politico sarebbe compromessa.
Non a caso chi ha avuto a che fare, per vari motivi, con istituzioni anglosassoni, rimane sorpreso quando, per assumere qualche incarico anche pubblico, vengono richieste le "referenze".
Il punto non è che Mastella ha ragione perchè "così fan tutti" (ma proprio tutti). Il punto è che purtroppo in Italia non sembriamo capaci di valutare dal punto di vista del bene comune, e sanzionare politicamente chi "piazza" amici e parenti incapaci: dai primari negli ospedali pubblici agli addetti dei consorzi rifiuti.
Ed è pia illusione pensare di risolvere la questione con una norma. Piuttosto dovremmo pensare a ridurre le aree di influenza del settore pubblico (soggette ovviamente all'influenza dei politici) laddove ciò non sia motivato dal bene comune.
Non ho paura di ammettere che sono stato raccomandato per non fare il militare a Cuneo.
RispondiEliminaGorillik che fine hai fatto? Sono per caso finito nello spam?
RispondiEliminaVirus, tranquillo, ti ho letto, devi darmi qualche giorno di tempo per risponderti.
RispondiEliminaIntanto puoi andare a leggere il mio ultimo post, giusto per farti un'idea...
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