In questi giorni il quotidiano della Confindustria ha toni sempre più battaglieri e "rivendicativi". Leggere per credere i titoli della seconda pagina del 22 ottobre:
- "Due ruote. Estendere lo sconto alle moto Euro 1";
- "Elettrodomestici. Sgravi già efficaci, ma vanno ampliati";
- "Abbigliamento. Sono da rottamare anche gli abiti usati";
- "Marcegaglia: non solo rottamazioni - Il rilancio in cinque mosse. Sconti fiscali ma per tutti".
In questi tempi di vacche magre gli imprenditori si attaccano alla mammella dello Stato pronti a ciucciare quanto più possibile. A spese nostre, ovviamente.
Eppure sono gli stessi che che in passato si ergevano a campioni del libero mercato, minacciando fuoco e fiamme di fronte alle richieste di aumento delle pensioni o alle resistenze all'allungamento dell'età pensionabile. Allora sarebbero saltati gli equilibri di bilancio, oggi invece loro sono prontissimi a depredare, alla faccia del liberismo.
Il mondo sta cambiando. Il liberismo, la concorrenza diventano battaglie di sinistra perché, quando si rispettano le regole che la politica deve saper imporre, assicurano pari opportunità a tutti, non solo ai soliti privilegiati.
La sinistra politica "riformista" se ne va rendendo conto solo lentamente, visto il successo tiepido di persone come Bersani. La sinistra "radicale" invece cade nella trappola, lasciandosi sedurre dalla manfrina antiglobal di Tremonti.
Questa è la Destra e quella è la Sinistra.
Sintetizzando, credo si possa affermare che la Sinistra dovrebbe tendere a regolare qualsiasi ambito in modo da assicurare pari opportunità a tutti.
RispondiEliminaRiguardo all'intervento statale, distinguerei quello di tipo assistenziale (Tremonti-Marcegaglia) da quello di tipo (infra)strutturale (Bersani-Keynes).
OK?