sabato 13 dicembre 2008

Quasi morto.



5 commenti:

  1. La notizia è intrigante perché da l'avvio ad una serie di inquietanti interrogativi:
    - qualcuno ha sostituito il coltello di scena con uno vero?
    - l'attore ha sbagliato a calibrare la propria forza, sapendo di avere, per esigenze di regia, un coltello vero per le mani?
    - un suicidio involontario è un omicidio volontario?
    - può l'attore citare se stesso per danni e farsi causa?
    - chi ha mai sentito parlare di questo attore?
    - non è possibile che abbia voluto farsi un po' di pubblicità?
    - perchè andare a teatro quando su Sky fanno dei bei reality USA?

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  2. Last but not least:
    - dopo lo spiacevole episodio, l'attore è rimasto quasi vivo?

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  3. Domanda interessante, perché ci fa capire che nella vita non esistono certezze assolute, ma è un continuo mediare tra incertezze e vaghezze. L'essere vivo o l'essere morto sono però forse gli unici due stati di cui si può parlare con convinzione: se io dico che mi sento quasi morto, in realtà sono ancora vivo, per pronunciare queste parole.
    Un morto è tale perché non da segni di vita, perché al suo interno non avvengono determinate reazioni chimiche.

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  4. Spiacente, ma anche "vivo" e "morto" sono concetti relativi. Due esempi pratici:
    1) un embrione è persona viva o no?
    2) una ex ragazza in coma da 16 anni è viva o morta?

    A questo punto, è più certo essere "quasi morto" o "quasi vivo".

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  5. Non so se un embrione sia una persona (è un modo sbagliato di porre la questione), ma che sia vivo è fuor di dubbio: se non fosse vivo come potrebbe svilupparsi da esso un essere umano, o un animale? Quanto alla ragazza in coma, o qualsiasi altra persona nelle sue condizioni, finchè il suo corpo non va incontro a dei processi di decomposizione, non possiamo dire che sia morta. Possiamo discutere sulla qualità della vita vissuta, ma negare che essa ci sia mi pare eccessivo.

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