giovedì 14 maggio 2009

Libertà di parola, parole in libertà.

L'ora di religione è sana laicità. Se lo dice il Papa...

9 commenti:

  1. Come le chewing-gum fanno bene ai denti...

    Passando al serio: è il caso di ricordare che gli insegnanti di religione (cattolica) sono pagati dalla Stato italiano (laico), ma necessitano, per essere assunti, della nomina da parte del vescovo.

    http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/prof-religione/prof-religione/prof-religione.html

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  2. Se Peppino Garibaldi avesse avuto la mano meno pesante verso la Chiesa ai tempi dell'unità d'Italia, forse le cose non sarebbero a questo punto...

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  3. Giustamente il papa dice che molti ragazzi si tengono in contatto con i loro insegnanti anche dopo la scuola: mi viene in mente quel sacerdote palermitano (e professore in un istituto cittadino) che qualche mese fa é stato beccato in macchina dai carabinieri mentre si divertiva con un minorenne.
    Ovviamente la curia lo ha spostato di sede solo molto tempo dopo che era stato sospeso.

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  4. E certo che ha ragione: è tecnicamente infallibile!

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  5. ha ragione perchè comunque una base storica c'è e visto che la storia è obbligatoria (storia che cambia a seconda di chi siede al governo) non vedo perchè la religione debba essere facoltativa. Certo sarebbe meglio studiare religione comparata.

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  6. @virus
    non so come funzionasse nella tua scuola
    per quanto mi riguarda, l'insegnante di religione si limitava ad una sorta di lezione di catechismo
    e poi, anche le altre religioni, secondo il tuo ragionamento avrebbero pieno diritto di inclusione nei programmi scolastici

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  7. E poi: che senso ha "insegnare" la religione ?

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  8. Sarebbe molto più rispettoso insegnare "storia delle religioni" o "religioni". Ci aiuterebbe anche a conoscere gli "altri" della porta accanto.

    Non mi riferisco soltanto agli islamici (come viene subito da pensare); a Palermo c'è anche una sostanziosa comunità valdese, ad esempio.

    Ovviamente, nel migliore dei mondi possibili: dove non è necessario avere un "nemico" per dimenticare la propria disperazione.

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