martedì 22 settembre 2009

I baroni in trincea.

La casta universitaria non demorde.

Qualche settimana fa sono entrate in vigore le nuove regole per il reclutamento dei ricercatori universitari, introdotte a novembre del 2008 dalla Gelmini (*) che, accanto a tanti aspetti criticabili (non ultimo la personalità dell'autrice), avevano l'indubbio merito di provare ad arginare la deriva nepotistica e antimeritocratica alla quale l'università italiana sembra abbandonata.

Come ci informa il Sole 24 Ore del 24 agosto, la casta baronale sta provando di tutto per aggirare le nuove norme.

Ecco un esempio. Il decreto abolisce le prove scritte e orali nei concorsi per ricercatori, e impone che la valutazione sia effettuata solo sulla base di titoli e pubblicazioni scientifiche.

E che ti inventano i baroni ? Si accorgono che la riforma Gelmini contiene una clamorosa svista (voluta ?), perché non abroga la precedente normativa Berlinguer. E nella legge universitaria Berlinguer del 1998, incredibile ma vero, era contenuta una norma che consente di limitare il numero massimo di pubblicazioni scientifiche ammissibili per la valutazione degli aspiranti ricercatori (vedere per credere l'art. 2, comma 1, lettera d).

Così il gioco è fatto: ecco trovato l'escamotage per segare le gambe ai migliori e continuare la difesa del loro fortino di privilegi.

Altri esempi degli effetti nefasti delle riforme Berlinguer sull'università sono qui e qui.

(*) D.l. 10.11.1998, convertito in legge n. 1 9.01.2009.

3 commenti:

  1. Tutto condivisibile. Ma non legggo però l'esternazione più importante. Quella sui famosi concorsi per ricercatore che ancora non ci sono, i finanziamenti che non arrivano, i tagli del 2010 pesantissimi. A dicembre si eleggeranno le commissioni della I sessione 2008. Ma i bandi in quel caso sono nella maggioranza dei casi per associato e ordinario.
    Insomma questi soldi per i concorsi per i giovani ricercatori dove sono? Cosa fa Tremonti nella nuova finanziaria? Quanto lunghi saranno i tempi d'attesa, visto che il ministero si è incartato con la definizione delle università più o meno virtuose? Molti giovani andranno all'estero, non potranno aspettare in eterno.

    RispondiElimina
  2. Comprendo bene le aspirazioni individuali. Ma il mio ragionamento, non essendo coinvolto personalmente, è sul sistema.
    Se è vero che i metodi di reclutamento sono questi, e se è vero che che logiche sono quasi esclusivamente baronali, quale contributo potrà dare al Paese un'ulteriore infornata di portaborse ?
    So pure che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, ma sono convinto che le "sacche" di qualità che ancora si annidano nell'Università dipendono esclusivamente dalla passione, dalla buona volontà di qualche buon samaritano, e non sono per nulla incoraggiate.

    RispondiElimina
  3. Qualora vi fosse sfuggito, ecco un esempio ... coi Fiocchi!

    http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/denuncia-medico-usa/denuncia-medico-usa/denuncia-medico-usa.html

    (E' un po' lungo, ma merita la lettura integrale).

    RispondiElimina