C’era una volta, in un lontano Paese d’Oriente, un Piccolo Ministro di un Grande Marajà, tormentato dal desiderio d’assomigliare al Suo Signore e Benefattore.
Il Marajà incantava la folla con le sue affascinanti parole, ed anche il Ministro faceva importanti dichiarazioni tentando di conquistarsi la simpatia del popolo. Il Marajà incontrava i capi dei Paesi vicini, ed anche il Ministro conversava con i ministri stranieri e per questo ebbe anche un premio. Il Marajà si faceva costruire un nuovo palazzo e pure il Ministro desiderava una magione bella e grande, degna del suo rango.
Ma il Piccolo Ministro da giovane era stato vittima d’un terribile incantesimo che lo condannava ad essere vittima della sfortuna e, nonostante tutti i suoi sforzi, ogni impresa cui si dedicava finiva invariabilmente per naufragare.
Così, se il Grande Marajà diceva che gli asini volano e che il fuoco non brucia, tutti gli credevano, ma se le stesse cose le diceva il Piccolo Ministro, non gli credeva nessuno. Se il Grande Marajà era ricchissimo e poteva avere senza difficoltà tutti i Palazzi e le Ville che desiderava, il Piccolo Ministro, pur non essendo povero, doveva faticare parecchio per comprare la magione dei suoi desideri; e pur faticando, non riusciva lo stesso ad accumulare i denari necessari. Fu così che il Ministro, per soddisfare la sua ambizione d’abitare vicino al Palazzo dei Giochi dell’Antico Visir (che le genti da tutto il mondo andavano ad ammirare), dovette accettare un grosso regalo: quello di un Amico Suo e degli Amici del Marajà. Perciò, acquistò una casa che era sua soltanto per due quinti, perché gli altri tre quinti erano stati pagati dall’Amico Suo.
La vicenda ben presto si venne a sapere e provocò un grandissimo scandalo, perché mai si doveva dire che un Ministro accettava regali dagli Amici, anche perché qualcuno poteva pensare di chiederne il motivo.
Il Piccolo Ministro tentò di giustificarsi alla maniera del Suo Signore e Benefattore (che una volta aveva detto di non aver mai pagato le Suonatrici di Flauto che allietavano le sue serate, quando tutti sapevano che le fanciulle suonavano soltanto in cambio di denaro) e così disse che non sapeva che l’Amico avesse pagato la magione che lui aveva comprato; ma a causa della maledizione che lo perseguitava, anche stavolta nessuno gli credette ed anzi tutti arrivarono perfino a chiederne la testa.
Fu così che un triste giorno di primavera la povera testa del Piccolo Ministro rotolò nella polvere tra gli applausi dei dignitari ed il sorriso del Marajà. E prima di rotolare, disse: “Ih-Ah”.
(di Angelo Furnari)
Il Marajà incantava la folla con le sue affascinanti parole, ed anche il Ministro faceva importanti dichiarazioni tentando di conquistarsi la simpatia del popolo. Il Marajà incontrava i capi dei Paesi vicini, ed anche il Ministro conversava con i ministri stranieri e per questo ebbe anche un premio. Il Marajà si faceva costruire un nuovo palazzo e pure il Ministro desiderava una magione bella e grande, degna del suo rango.
Ma il Piccolo Ministro da giovane era stato vittima d’un terribile incantesimo che lo condannava ad essere vittima della sfortuna e, nonostante tutti i suoi sforzi, ogni impresa cui si dedicava finiva invariabilmente per naufragare.
Così, se il Grande Marajà diceva che gli asini volano e che il fuoco non brucia, tutti gli credevano, ma se le stesse cose le diceva il Piccolo Ministro, non gli credeva nessuno. Se il Grande Marajà era ricchissimo e poteva avere senza difficoltà tutti i Palazzi e le Ville che desiderava, il Piccolo Ministro, pur non essendo povero, doveva faticare parecchio per comprare la magione dei suoi desideri; e pur faticando, non riusciva lo stesso ad accumulare i denari necessari. Fu così che il Ministro, per soddisfare la sua ambizione d’abitare vicino al Palazzo dei Giochi dell’Antico Visir (che le genti da tutto il mondo andavano ad ammirare), dovette accettare un grosso regalo: quello di un Amico Suo e degli Amici del Marajà. Perciò, acquistò una casa che era sua soltanto per due quinti, perché gli altri tre quinti erano stati pagati dall’Amico Suo.
La vicenda ben presto si venne a sapere e provocò un grandissimo scandalo, perché mai si doveva dire che un Ministro accettava regali dagli Amici, anche perché qualcuno poteva pensare di chiederne il motivo.
Il Piccolo Ministro tentò di giustificarsi alla maniera del Suo Signore e Benefattore (che una volta aveva detto di non aver mai pagato le Suonatrici di Flauto che allietavano le sue serate, quando tutti sapevano che le fanciulle suonavano soltanto in cambio di denaro) e così disse che non sapeva che l’Amico avesse pagato la magione che lui aveva comprato; ma a causa della maledizione che lo perseguitava, anche stavolta nessuno gli credette ed anzi tutti arrivarono perfino a chiederne la testa.
Fu così che un triste giorno di primavera la povera testa del Piccolo Ministro rotolò nella polvere tra gli applausi dei dignitari ed il sorriso del Marajà. E prima di rotolare, disse: “Ih-Ah”.
(di Angelo Furnari)
Ah,ah.. le Suonatrici di Flauto!
RispondiEliminaChe bella canzone!
RispondiEliminaPerchè non metti anche le canzoni di Cristicchi al 1°maggio?
RispondiEliminaPerché occorre creare un post adatto a Cristicchi.
RispondiEliminaNon capisco perché non se ne è andato in Tunisia.
RispondiEliminaEra da un po' che non si sentiva Spinoza:
RispondiElimina“Forse la mia casa è stata pagata da altri”. Ma se li becco!
L’ex ministro ha dichiarato di provare “una grande sofferenza”. Ma la vista non è male.
Il coordinatore del Pdl (indagato per corruzione) ha respinto ogni addebito. Ma ha accettato ogni accredito.
Ah ah ah! L'ultima è eccezionale !
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