mercoledì 6 luglio 2011

Gesip: che cosa hanno da dire gli aspiranti sindaci ?

Si può non prendere posizione sulla Gesip? È una domanda assolutamente retorica: non solo non si può ma si deve. Le elezioni comunali si avvicinano e Gesip, a nostro modesto parere, può diventare l’argomento chiave per valutare un candidato sindaco. Ben vengano dunque le discussioni e le prese di posizione dei cittadini e, soprattutto, dei candidati, che vanno “snidati” al fine di ottenere una chiara risposta. Perché Gesip è così importante per le prossime elezioni? Riteniamo ci siano due motivi principali:

  1. In Sicilia in generale, e a Palermo in particolare, il settore pubblico è il principale datore di lavoro (forse sarebbe meglio scrivere: erogatore di stipendi), A Palermo i dipendenti pubblici, considerando solo Comune, Provincia e Regione sono circa 40 mila, un dato che fa riflettere su una città la cui popolazione è stimata in 655 mila abitanti. Milleottocentosettanta persone in più o in meno, tanti sono i lavoratori Gesip, fanno una gran differenza, specie per il bilancio di un’amministrazione comunale che destina quasi 325 milioni (circa il 20 per cento del bilancio) al pagamento degli stipendi (Fonte: Bilancio Sociale 2010 del Comune di Palermo). Ecco perché Gesip è un tema fondamentale.
  2. La gestione del caso farà scuola. Quello che succederà a Gesip, società in profondo rosso e con la sorte dei dipendenti appesa a un filo, fungerà, comunque vada, da termine di paragone per eventuali ulteriori crisi che dovessero insorgere. Stiamo affrontando, a livello locale, una versione nostrana del paradosso del «too big to fail», troppo grande per fallire: chiudere Gesip significherebbe mettere 1870 famiglie in mezzo ad una strada, in una provincia che ha già 79000 disoccupati, un numero troppo grande per non creare un problema sociale. D’altra parte, non chiudere Gesip creerebbe enormi problemi alle già disastrate casse comunali, con conseguente ulteriore richiesta di denaro al contribuente nazionale (valli a biasimare i leghisti a questo punto…) e locale (in Sicilia abbiamo innalzato le addizionali regionali Irpef e Irap per coprire il deficit della sanità). Un bel dilemma: salvare Gesip e inimicarsi i contribuenti oppure farla fallire?

Ci permettiamo di fare alcune puntualizzazioni:

  1. Ammettendo pure che queste persone possano essere state “truffate” dai politici locali, che li hanno utilizzati come serbatoio di voti, illudendoli e prendendoli in giro, ciò non può e non potrà mai giustificare blocchi delle strade, guerriglia urbana e arrampicate sui tetti del Comune e lanci di tegole sulla testa dei passanti (video);
  2. Alcuni lavoratori Gesip hanno partecipato in questo blog (cfr. commenti al post Gesip, cinque milioni dalla Presidenza del Consiglio) al dibattito su cosa fare, suggerendo, ci sembra di capire, la strada dell’internalizzazione, cioè la trasformazione degli operatori Gesip in veri e propri dipendenti comunali, che passerebbero così da 7638 a 9508. Questa opzione, secondo alcuni, avrebbe il pregio di far risparmiare circa 20 milioni all’anno di Iva finora pagata dal Comune per i servizi resi dalla Gesip, nonché gli oneri legati al mantenimento del Consiglio d’Amministrazione e altre economie. D’altra parte, sembra che Roma potrebbe approvare questa misura solo a condizione di bloccare il turnover e gli stipendi del personale comunale fino al 2014, misura invisa, per ovvie ragioni, ai dipendenti comunali.
  3. È del 14 giugno la notizia di un’ordinanza della Protezione civile firmata dal Presidente del Consiglio per un prestito a favore della Gesip. Ecco, pensare che cinque milioni di euro non potranno essere destinati, per esempio, ai terremotati dell’Abruzzo, o alla prevenzione delle emergenze, suscita in noi profonda perplessità. Peraltro, tutti sappiamo che questa iniezione di denaro è solo un palliativo che rimanda la soluzione del problema di un paio di mesi, senza risolverlo. Siamo sicuri che non si poteva trovare una cifra simile distogliendola, per esempio, dalle spese di rappresentanza, dagli stipendi dei parlamentari, dai fondi per i giornali, dalle spese di mantenimento delle auto blu? Invece…
  4. È paradossale che un Comune con ottomila dipendenti diretti abbia bisogno di una società di servizi esterni, la Gesip, per svolgere servizi essenziali, quali la pulizia degli uffici, la portineria, la gestione dei cimiteri. Eppure, da quando sono iniziate le proteste dei Gesip, questi servizi sono piombati nel caos, evidenziando come la città abbia “bisogno” della Gesip.

Abbiamo cercato di ricostruire questa situazione, come anticipato, al fine di sollecitare il dibattito, e soprattutto, stimolare gli aspiranti candidati primi cittadini a fornire le loro soluzioni/proposte. Raccoglieranno la sfida?

(di Luciano Lavecchia e Antonio Lo Nardo, già pubblicato su Rosalio)

1 commento:

  1. Il dibattito con la partecipazione di alcuni dipendenti Gesip ha evidenziato alcuni interessanti spunti di riflessione: probabilmente anche la Gesip ha al suo interno situazioni e storie diverse (come tutte le strutture complesse) e dunque sfugge alle generalizzazioni.
    Ma perché nessuno degli aspiranti a candidato Sindaco è intervenuto?

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