Il recente contratto collettivo per i lavoratori del commercio è stato firmato senza l'assenso della Filcams, l'organizzazione di categoria della Cgil. Come capita sempre più spesso negli ultimi tempi, la Cgil si ritrova da sola a contestare accordi siglati in armonia tra Governo e Cisl e Uil.
Come possiamo capire quali sono le ragioni che hanno motivato questo atteggiamento ?
La lettura dei quotidiani aiuta poco. Ma anche la comunicazione del sindacato difetta parecchio per chiarezza. Questo estratto, per esempio, è tratto da Rassegna.it, il sito di informazione della Cgil.
Le motivazioni del no all'accordo sul commercio, nelle parole del segretario della Filcams-Cgil:
"Innanzitutto, l’intesa recepisce pienamente l’accordo separato del 22 gennaio 2009, sulla riforma del modello contrattuale. Oltre all’assunzione dell’Ipca, quale meccanismo di calcolo degli incrementi salariali, infatti, viene introdotto l’istituto delle deroghe, attraverso il quale la funzione del ccnl viene indebolita. Inoltre, l’ipotesi sottoscritta assume i contenuti del collegato sul lavoro, sul quale la Cgil ha espresso analogo dissenso, a partire dalla certificazione.
Ci sono anche altri punti negativi, come quello relativo alla malattia, che prevede la fuoriuscita dall’Inps, attraverso il pagamento diretto da parte delle aziende e il peggioramento della normativa sul pagamento dei primi tre giorni. La stessa contrattazione di secondo livello esce ridotta e fortemente condizionata dalle deroghe, smentendo quello che era l’obiettivo primario dell’accordo separato sulla riforma del modello contrattuale.
Nel complesso è un accordo che risente indubbiamente della crisi del settore, ma che scarica sul lavoro il suo costo principale, quando, al contrario, la crisi stessa richiederebbe un forte investimento qualitativo sul fattore umano. Al tempo stesso, è un accordo che importa nella categoria del terziario, le tensioni che da tempo caratterizzano il quadro sindacale e che avevano fino ad oggi risparmiato il settore". La Filcams chiederà adesso alle altre organizzazioni sindacali di sottoporre alla consultazione dei lavoratori l’ipotesi di accordo, all’esito della quale si riterrà vincolata. "Questa prova democratica – conclude il dirigente sindacale – sarebbe il più importante contributo per evitare il deterioramento di una esperienza unitaria, che in questo settore ha consentito la realizzazione di importanti risultati sindacali".
Capito qualcosa ? La cosa curiosa è che, nello stesso articolo, la posizione delle organizzazioni favorevoli all'accordo è sintetizzata così, senza dubbio con molta più chiarezza:
"Il contratto garantirà ai lavoratori aumenti salariali compatibili con il valore economico di riferimento concordato tra le parti, conosciuto come Ipca che prevede un incremento complessivo nel prossimo triennio del 5,61%"
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