mercoledì 29 settembre 2010

Sbatti il gay in prima pagina.

I "titolisti" svolgono un lavoro molto delicato. La scelta di un aggettivo, l'inclusione o l'esclusione di qualche particolare hanno un impatto notevole sulle opinioni dei lettori, specie di quelli che sfogliano i giornali con rapidità.

Un caso tipico è quello della nazionalità di chi commette reati. E non sto parlando del fatto che solo quando il "cattivo" è uno straniero viene sempre indicata la provenienza: "albanesi stuprano...", "banda di rom", etc., mentre nel caso di italiani il particolare è sottaciuto.
Mi riferisco invece al diverso trattamento che gli stranieri subiscono, nei titoli dei giornali, a seconda se sono protagonisti di una vicenda come aggressori oppure come vittime. Come ha notato Metilparaben, i titoli specificano la nazionalità quasi solo nel primo caso, lasciando al lettore frettoloso l'idea che gli stranieri in Italia sono sempre protagonisti in negativo.

Un altro caso è quello delle inclinazioni sessuali. Un pedofilo omosessuale è "un pedofilo omosessuale"; un pedofilo eterosessuale è solo "un pedofilo".
Ma c'è di peggio. Talvolta la condizione di omosessualità viene evocata anche quando non c'entra nulla con la notizia, non serve ad aggiungere alcunché, se non a sollecitare l'interesse morboso del lettore. Come in questo caso, in cui una lettura distratta potrebbe addirittura suggerire maliziosamente un'interpretazione opposta rispetto al contenuto dell'articolo.

lunedì 27 settembre 2010

La Casta vince sempre (anche grazie al PD).

In questi giorni il partito democratico ha meritoriamente votato a favore dell'utilizzabilità delle intercettazioni in un processo per associazione a delinquere contro il sottosegretario Cosentino (PDL).

In parlamento ha però prevalso la ferrea legge della casta, e così quelle intercettazioni, che per un comune cittadino avrebbero costituito una prova a sfavore, saranno gettate nella spazzatura.

Il PD, si diceva, si è comportato con dignità. Ma è sembrato abbastanza tiepido sull'argomento. Quasi che avesse fretta di passare ad altro, secondo l'ormai abusato mantra del "sono altri i veri problemi del paese".

Sarà. Sarà forse per la vergogna di avere contribuito, a suo tempo, a creare il presupposto di questa vergognosa condizione di privilegio di cui gode la Casta.

Come ricorda Bruno Tinti sul "Fatto", alla base di tutto c'è infatti la legge 140 del 2003.
Questa norma ha stabilito:
- che i giudici non possono disporre intercettazioni sui parlamentari;
- che, anche se un parlamentare viene beccato mentre parla con un'altra persona intercettata, quella intercettazione non può essere utilizzata contro di lui se il parlamento non concede l'autorizzazione.

Ecco, questa porcata è stata votata praticamente da tutti i partiti, anche dai DS dell'epoca.

Ed è sempre grazie a questa legge che sta per andare in frantumi anche l'inchiesta sulla cosiddetta loggia P3.

venerdì 24 settembre 2010

Pina Grassi e Giuseppe Arnone sostengono la strategia del PD Sicilia.

Cari malpancisti siciliani, voi che inorridite schifati davanti a questo PD siciliano "ribaltonista" "che inciucia con Lombardo il re delle clientele", cari amici duri e puri, davvero non merita nulla essere riusciti ad allontanare dal potere, per il bene dei siciliani, Cuffaro e i berlusconiani ?

Davvero non significa nulla che, a sostenere questa inedita esperienza, ora ci sono pure Pina Maisano Grassi e addirittura quel gran "rompipalle" di Giuseppe Arnone, noto per le sue battaglie intransigenti contro il malaffare e le speculazioni ?

giovedì 16 settembre 2010

Chiagni e fotti.

L'on. Stracquadanio, ex radicale trasformatosi oggi in pasdaran berlusconiano, strilla in rete per l'attacco subìto dal suo sito.
E a qualcuno è tornato in mente un Berlusconi del 1996 che mostra indignato alle telecamere una "microspia" rinvenuta nel suo ufficio (poi si è scoperto che era stata messa lì, per fare bella figura, da un tecnico del Cavaliere).

mercoledì 15 settembre 2010

lunedì 13 settembre 2010

Essere normali a Parigi.

Molti italiani conoscono Parigi da turisti e, come tali, non fanno caso ai milioni di parigini che vivono nella metropoli.

Cosa fanno, come amano, come lavorano, come soffrono, come si divertono?

Cédric Klapisch (un altro regista da tenere d'occhio) ce ne offre alcuni esempi; e Juliette Binoche è affascinante.

E, a proposito, che significa essere normali?

(di Angelo Furnari)


giovedì 9 settembre 2010

La pena impossibile.

Le disposizioni legislative che, a suo tempo, introdussero lo strumento dell'autocertificazione nel nostro sistema amministrativo hanno avuto indubbi meriti in fatto di snellimento degli adempimenti burocratici a carico dei cittadini nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Come si sa, il meccanismo delle autocertificazioni si basa sulla fiducia che lo Stato ripone nel cittadino, ma al contempo prevede sanzioni penali ex post nel caso di false dichiarazioni.

Una delle situazioni che è possibile autocertificare è quella dell'"esistenza in vita" che, per esempio, coloro che percepiscono una pensione devono presentare periodicamente all'ente pagatore.

Ma il tenore letterale dell'autocerticazione dell'esistenza in vita lascia davvero perplessi: "il sottoscritto... sotto la propria responsabilità, consapevole delle responsabilità e delle sanzioni penali stabilite dalla legge per false attestazioni e mendaci dichiarazioni, .... dichiara la propria esistenza in vita".

Ma com'è possibile infliggere sanzioni pensali a colui che ha dichiarato - falsamente - di essere vivo ?

martedì 7 settembre 2010

Per svendere il mare siciliano due lire sono poche.

Il nostro presidente della Regione, Raffaele Lombardo, è un uomo di grandi principi. Adesso ha proclamato un netto "basta" alle trivellazioni sotto il mare siciliano per cercare il petrolio: "se qua, in mare chiuso, succedesse un disastro come quello del golfo del Messico, il petrolio rimarrebbe ad avvelenare per milioni di anni uno dei mari più belli e la sua flora e la fauna, che per un’isola come la Sicilia è la vita."

Paroloni, grandi principi, la difesa orgogliosa del sacro mare siciliano ?

Leggiamo il resto: "Ma vengono a prendere il petrolio da noi, e cosa ci danno? Due lire. Lo raffinano e a noi la benzina costa più cara che non nella Valle d’Aosta, dove costa la metà, ma anche nel Lazio o quant’altro. E noi per quattro posti di lavoro dobbiamo inghiottire veleno?"

Insomma, due lire non bastano. Chi offre di più ?

lunedì 6 settembre 2010

Le reazioni alla contestazione, di Schifani.

"Troppo semplicistico affermare che chi ha contestato [NOME1] a [CITTA'] è solo un gruppo di propagandisti.
Il [TITOLO ONORIFICO] chiude gli occhi di fronte ad una realtà che non gli piace".
Dichiarazione di [NOME2].


[NOME1] = "Prodi";
[CITTA'] = "Bologna";
[TITOLO ONORIFICO] = "Il professore";
[NOME2] = "Renato Schifani".

domenica 5 settembre 2010

Una città a misura di gay.

Non si può dire che il nostro Paese sia completamente retrivo, ma certamente le prese di posizione contro i gay non ce le facciamo mancare.

C'è il vescovo che definisce l’omosessualità “aberrante” e “un vizio contro natura”, e che l’omosessualità è "un castigo per una società che si allontana da Dio, ... un vizio abominevole che grida vendetta davanti a Dio".
C'è un altro vescovo che bacchetta un ministro del governo italiano perchè non capisce che "che i Gay Pride dove si autocelebra l' anormalità e alcune forme di patologia gravi, siano frutto delle seduzioni e tentazioni del demonio il quale non dorme mai e sta sempre in agguato, pronto a colpire. Siamo davanti a forme di tentazione satanica".
C'è un sindaco che li etichetta come "malati e deviati, hanno bisogno di aiuto psicologico, dobbiamo scoprire dove sono e identificarli, e se sono clandestini devono venir espulsi".

Ovviamente c'è anche tanta civiltà, tanta parte di opinione pubblica laica e contraria alle discriminazioni. Ma forse dobbiamo ancora percorrere un lungo cammino prima di arrivare a un traguardo come quello raggiunto dall'amministrazione comunale di Cambridge (UK), che ha pubblicato e diffuso la "Pink Guide" alla città, ricca di informazioni di supporto per la comunità gay, lesbica e transgender: servizi di assistenza sociale e psicologica, salute, sicurezza e ordine pubblico, vademecum contro le violenze domestiche, associazioni culturali, eventi, ricerca di abitazioni.

C'è una bella differenza.

venerdì 3 settembre 2010

La solita lordura di Ferragosto.

Anche quest'anno il ferragosto ha lasciato la spiaggia di Magaggiari in condizioni deprimenti, ancora peggiori dell'anno scorso. Forse il sindaco di Cinisi dovrebbe trovare il coraggio di installare cartelli come questi (trovato qui):



mercoledì 1 settembre 2010

Berlusconi, il grande venditore.

La recente visita di Gheddafi è stata abbondantemente dileggiata sui giornali della sinistra politicamente corretta, con tutto il suo circo di centinaia di hostess, conversioni all'islam, accampamenti in tenda e tutte le altre pittoresche amenità alle quali il leader libico ci ha abituati.

Tutta questa indignazione però non mi convince. Sia perchè i rapporti con la Libia sono stati da sempre coltivati intensamente da tutti i governi italiani (anche di centrosinistra), sia perché il frutto del sacrificio di sopportare tutte queste pagliacciate si concretizza in numerosi e lucrosi contratti che assicurano importanti lavori a imprese italiane del calibro di Eni, Finmeccanica, Unicredit, Impregilo. E, per una volta, non si sente fetore di conflitto di interessi.

Direi quasi che, per una volta, Berlusconi si è speso per il nostro paese nell'attività che gli è più congeniale, cioè quella di grande venditore, che sa trovare le leve giuste per ingraziarsi anche il più ostico dei clienti.

Come in ogni cosa, non sono tutte rose e fiori. Innanzi tutto non è che gli affari personali di Berlusconi non c'entrino del tutto, anzi: la buona tenuta dei rapporti con Gheddafi non può che agevolare le relazioni tra i due leader in campo televisivo.

E poi, cosa ancora più importante: il successo degli accordi commerciali, pur importanti, fa passare in secondo piano i recenti trattati firmati dai due Paesi per fermare gli sbarchi dei migranti in mare, che vengono "gentilmente" respinti, consegnati alle autorità libiche e inviati verso destinazioni ignote.