venerdì 27 febbraio 2009

Il sindaco di Palermo è Leoluca Orlando (veramente).

Per la serie "forse non tutti sanno che".

Il nostro Leoluca è sindaco onorario della città di Palermo (in Colombia).
Qualcuno si sarà mosso a pietà: "E va bene, Leoluca, va bene. Il sindaco di Palermo sei tu. Contento ?".

Scova un'errore.

Manifesto pubblicitario gigante affisso nell'aeroporto di Palermo.

mercoledì 25 febbraio 2009

Totò Cuffaro e il bambino.

Traggo da un commento inserito recentemente in un vecchio post questo gustoso dialogo tra bambino, ingenuamente incredulo delle cose dei grandi, e suo padre.

Figlio: "Papà, ma Cuffaro è ancora Presidente della Regione ?".
Padre: "No".
F.: "Allora è in carcere ?".
P.: "No".
F.: "Ma non dovevano metterlo in carcere ?".
P.: "No, l'hanno condannato per favoreggiamento alla mafia, ma ci sarà un altro processo e quindi per ora non va in carcere".
F.: "Che vuol dire favoreggiamento ?"
P.: "Vuol dire che aveva aiutato la mafia"
F.: "Miiiiiiiiiii e l'hanno fatto Presidente della Regione".

(segue risata del figlio).

martedì 24 febbraio 2009

Banca d'Italia e Linux.

In vista del prossimo esame di ammissione per l'assunzione di laureati specializzati in informatica, la Banca d'Italia ha pubblicato le tracce assegnate in occasione della passata edizione dello stesso concorso.
Da notare che la prima delle sei tracce è interamente dedicata al sistema operativo Linux e ai vantaggi e svantaggi del software open source rispetto alle soluzioni informatiche "proprietarie".

lunedì 23 febbraio 2009

Fesso chi paga.

IL Sole 24 Ore ha pubblicato un'inchiesta sulle entrate dei Comuni provenienti dalle multe per violazioni del codice della strada. Tra i dati più interessanti spicca la percentuale di importi effettivamente riscossi sul totale delle multe verbalizzate.

Sebbene possano essere tanti i motivi che ostacolano la trasformazione di una multa in un'effettiva entrata di cassa (ricorsi, prescrizioni, etc.), resta evidente che una bassa quota di riscosso rispetto all'accertato è sintomo di inefficienza.

Così, tanto per non perdere l'abitudine di guardarci allo specchio, possiamo notare che:

- a Palermo viene incassato il 23,9% delle multe;
- a Cagliari l'85,4%;
- a Bologna, L'Aquila e Frosinone il 100%.

Se poi avete "la fortuna" di beccare una multa a Reggio Calabria, niente paura, lì viene riscosso solo l'1,7%.

sabato 21 febbraio 2009

venerdì 20 febbraio 2009

I lati oscuri di Facebook.

Inutile fare finta di nulla. Inutile negarlo. Facebook mi incuriosisce, tante persone che frequento hanno una loro vita vituale lì dentro.
Due i motivi che mi tengono a distanza di sicurezza:
1) credo che mi divorerebbe un sacco di tempo, ancora di più di quanto già non succeda con blogspot, ubuntu e la Rete in genere;
2) non mi piace l'idea di affidare ad un unico centro "nevralgico" la gestione dei miei dati personali, insiemi a quelli di milioni di persone.

Quanto a questo secondo aspetto, qui (1) c'è un post interessante che evidenzia alcune clausole che accetta chi si registra su FB, e qui (2) un post ancora più esauriente di Attivissimo.
Infine qui (2) si fa notare che in testa alle "Top Searches" del sito c'è la richiesta di informazioni su come sparire dal giro (di FB).
-------------------------------------

giovedì 19 febbraio 2009

Il cammello e le Sicilie.

Gli ultimi avvenimenti legati al dramma di Eluana Englaro
ci portano a riflettere sul significato della parola
tolleranza, sulle ipocrisie che spesso si agitano intorno
al sentimento religioso, trasfigurandolo in accanita
intolleranza.

Ci tornano alla mente episodi storici dove la religione è
stata presa a pretesto per imporre la propria volontà agli
altri. Ci pare inevitabile il confronto con i sistemi
sociali dominati dal fanatismo islamico.

Domenico Seminerio, ne “Il Cammello e la Corda” ci racconta
l’origine della faziosità cristiana. Il romanzo è ambientato
in ”due Sicilie”: quella dei nostri giorni e quella del
tardo impero romano.

La storia privata di Padre Salvatore, prete conformista, ma
tormentato dalla Tentazione, si intreccia con quella
pubblica del passaggio dal paganesimo al cristianesimo ai
tempi degli editti di Teodosio, ultimo imperatore romano a
regnare sull’impero unificato.

La scrittura è vivace e coinvolgente: con pochi tratti
l’autore delinea magistralmente i personaggi. Il titolo si
riferisce al famoso versetto del Nuovo Testamento di cui
diversi studiosi ipotizzano l’errata traduzione
dall’originale aramaico al greco (Il “cammello che passa
per la cruna dell'ago”). Un esempio delle tante
incongruenze che i cristiani devono accettare “per fede” e
che pervadono la religione fino a farla
diventare “indiscutibile”. (il post è di Angelo)

martedì 17 febbraio 2009

Dalla pena di vita alla pena di morte ?

Luca Sofri mette in evidenza questa frase di Dorina Bianchi, senatrice cattolica del PD che ha sostituito qualche giorno fa Ignazio Marino come capogruppo del partito nella Commissione Sanità, contenuta in un'intervista al Giornale:

“la vita non è un bene che appartiene solo al singolo individuo, ma ai cittadini, alla collettività"

Se questa è la premessa, perché essere contro la pena di morte ?

lunedì 16 febbraio 2009

Dalla fantasia alla realtà: ascesa di un mafioso.

Qualche tempo fa avevamo letto insieme il libro "Senza re né regno" di Domenico Seminerio. Ne era venuta fuori una recensione collettiva che abbiamo pubblicato su IBS.

Adesso arriva questa intervista al collaboratore di giustizia Francesco Campanella trasmessa su Sky TG 24. Ascoltando dalla sua viva voce la storia della progressiva ascesa di questo giovane intelligente, colto e sveglio, nel sistema mafioso, il pensiero è andato subito al protagonista del racconto.

venerdì 13 febbraio 2009

Enigma.

Cescozen ha creato un sito-enigma e sfida i visitatori a decifrarlo. Si tratta semplicemente (ehm...) di trovare l'indizio che, da ogni pagina, consente di passare a quella successiva.
Per trovare le soluzioni ci si può affidare a Google.

Qui si possono leggere i messaggi, le richieste di aiuto, i commenti di coloro che si cimentano nell'impresa.

(Io sono alla quinta pagina)

giovedì 12 febbraio 2009

Le cose si rompono e nessuno le aggiusta.

Ripubblico, a beneficio di chi non lo avesse letto, il commento di Roberto ad un post di qualche giorno fa ("Educazione civica (castelli di sabbia)"). Mi sembra il caso di dargli l'evidenza che merita.

Che razza di paese stanno costruendo quelli che oggi sono al potere? Un paese controllato, basato sulla paura. Paura del diverso, del più debole (perché rappresenta quel che non vogliamo essere), del più povero (perché è il fantasma da cui noi fuggiamo), dell’immigrato in quanto tale, dell'essere escluso dal giro giusto. Ultimamente, anche la paura provocata dalla minaccia. E noi ci caschiamo in pieno, rinchiuderci in noi stessi, in difesa, con frustrazione, impotenza e rabbia, sempre più spesso, sempre di più.

Guardiamo indietro, al passato con sospetto, con stanchezza e noia fra noi. Ci stordiamo in molti modi stupidi giorno dopo giorno, lentamente, intossicandoci.
A tal punto siamo messi male, da pensare che i problemi più importanti e fondamentali sono le intercettazioni di mille persone, le tivù, le impronte digitali di un delinquente o le pene di una storia personale.

Noi pensiamo a tutto ciò e poi scopriamo, con stupore, che le cose vanno sempre peggio, che la nostra vita è peggiorata. Ma com’è stato possibile? Non lo capiamo. Se lo capiamo, ci inganniamo fingendo di non saperlo. È la paura.

Il Paese è fermo da quindici anni, le cose si rompono e nessuno le aggiusta, i beni pubblici sono trafugati o dispersi, i servizi funzionano peggio, siamo più poveri, più incazzati, più cinici e tra non molti anni potremo andare a lavare i vetri i Romania. Non che lavare i vetri non sia una professione rispettabile ma perché dovremmo gettare al vento il presente e il futuro del nostro Paese. Ma com’è possibile? Noo è impossibile!! E invece è possibile, ed è molto più vicino di quanto potremmo sospettare.


L’Italia arranca da anni sotto il peso di un sistema di controllo politico sclerotizzato, dove un signore possiede un potere enorme e non c’è cosa rilevante che non passi sotto il suo avallo, anche la vita di una povera ragazza.

D’altra parte, c’è un sistema democratico minato da questo forte potere - che compra molti e in molti modi – dove le opposizioni chiedono a volte il permesso di opporsi e a volte non si oppongono più di tanto perché il giochino piace tanto anche a loro. Ci hanno preso il vizio e ormai sono dipendenti, da questo veleno: fottono il prossimo, incoscenti, con l’assoluzione dei media e vaticana. Poi arriverà anche l'assoluzione giudiziale. L’orizzonte della politica è sempre quello della scadenza elettorale.. se va bene, se no dell’ora di pranzo.

L’abuso ha prevalso, il compromesso al di fuori dei diritti è la regola. La dignità è venduta, tutto si aggiusta nei corridoi e nei budoir. E se poi il problema è grosso si chiama Silvio, per nome. L’Italia intanto è ferma, la rabbia cieca sale.

mercoledì 11 febbraio 2009

Rumeni in Italia.

Dopo l'arresto del branco di criminali in seguito alle indagini per lo stupro di Guidonia (uno ha confessato), il ministro Frattini, riferendosi alla loro nazionalità, ha dichiarato che "La comunità rumena è quella dalla quale purtroppo viene una gran parte di coloro che commettono reati in Italia". Sembra una delle solite dichiarazioni "a vanvera" alle quali i nostri politici ci hanno purtroppo abituati, e invece va detto che Frattini ha detto una cosa vera.

Utilizzando le statistiche Istat sulla popolazione straniera in Italia e sulle persone denunciate (dati riferiti al 2004), viene fuori che i rumeni costituiscono una delle comunità straniere più presenti in Italia, con circa 180 mila persone.

Effettivamente, tra i gruppi con più di 50 mila presenze in Italia, in quello rumeno c'è il più alto numero di persone denunciate, cioè il 9,4 per cento. Colpisce, al contrario la bassissima percentuale di denunciati tra i filippini (0,6 per cento), che pure sono presenti in più di 70 mila.

Se estendiamo l'analisi a tutte le nazionalità (anche quelle molto piccole, e pertanto meno significative) la comunità con la percentuale più alta di denunciati è quella algerina (27,5%), seguita dalla svizzera (19,3%). All'ultimo posto il Giappone, con 25 denunciati (0,4%).

martedì 10 febbraio 2009

L'oggetto misterioso.

Qualche anno fa l'Amia (l'azienda municipalizzata che si occupa, o dovrebbe farlo, di ripulire la città) fece collocare questi strani oggetti vicino ai cassonetti di alcune strade ("a monte" di via Libertà).

Si tratta, a prima vista, di pali in acciaio (sic!) sormontati da un cubo, sempre d'acciaio (ri-sic!), la cui unica funzione apparente è quella di sostenere la scritta "AMIA". Sono collocati a distanza di un isolato l'uno dall'altro, in entrambi i lati della carreggiata delle strade interessate.

Presumibilmente il loro costo di manifattura e istallazione sarà stato alto; dunque essi svolgono qualche altra importante funzione, che al momento ci sfugge.

Quale ?

(Il post è di Angelo)

domenica 8 febbraio 2009

Educazione civica (castelli di sabbia).

Decine di posti vuoti. Nessuno presta attenzione a chi parla. Cellulari che squillano. Qualcuno legge i giornali di gossip.

Il senso civico di questi studenti in visita in Parlamento "è crollato come un castello di sabbia, lasciando dietro di sé le fondamenta della delusione".

Una vera e propria lezione di educazione civica. La domanda è: chi ha da insegnare e chi da imparare ?

giovedì 5 febbraio 2009

Curateli.

Qui si firma l'appello ai medici a non denunciare gli stranieri che si rivolgono ai nostri ospedali.
L'emendamento approvato poco fa al Senato elimina il divieto di denuncia da parte dei medici degli immigrati che vengono assistiti dal servizio sanitario nazionale e dà loro la facoltà di effettuare la denuncia stessa. Ma quando la smetteranno (i nostri) di invocare "il dialogo" con questa gente ?

E per una volta fatemi citare Anna Finocchiaro:

"Se un medico ora potrà denunciare un immigrato, allora il germe della paura porterà queste persone a non andare più negli ospedali per partorire o se avranno una malattia la nasconderanno. Questo non è rigore, ma produce il timore di essere perseguitati. Il germe della paura prolifera nel paese».

«Come ha detto Mantovano, il ministro Maroni non voleva dire cattivo, ma duro, rigido. ma l'uso del termine cattivo ha dato ragione a quel timore che ho espresso. e allora chiedo: sono stati abbastanza cattivi quei ragazzi che hanno dato fuoco all'indiano a Nettuno? Maroni ha quella razionalità per usare il termine rigore, ma invece ha dato in pasto la parola cattivo che è istinto, bestialità, persecuzione».

Gli anti-liberalizzatori.

Un recente articolo de "La Voce.Info" (un bel sito dove economisti italiani intervengono su temi di attualità con un taglio divulgativo) prova a rilanciare il dibattito, periodicamente acceso e poi sopito, sull'esistenza di due enti praticamente identici, Aci e Motorizzazione Civile.

L'articolo è convincente nelle argomentazioni per l'abolizione dell'inutile duplicazione. Sottace invece quali sono stati in passato, e sono tuttora, gli ostacoli politici che hanno impedito un provvedimento così evidentemente di buon senso. Insomma, chi vuole provvedere e chi si oppone ?

Per provare a capirci a qualcosa, possiamo cominciare da qui dove si racconta di una riunione del governo Prodi in cui Rutelli si mise di traverso all'accorpamento di Aci e Motorizzazione che Bersani voleva inserire tra le sue "lenzuolate".

martedì 3 febbraio 2009

Il silenzio è mafioso.

Il discorso di Di Pietro alla manifestazione di Italia dei Valori è stato "crocifisso" da commentatori e politici di ogni partito perché, dicono, conteneva quella volgare allusione al "silenzio mafioso" di Napolitano.
Anch'io, per una volta fidandomi di ciò che avevo letto, ne avevo tratto la conclusione che quantomeno Tonino era stato un ingenuo.
Per fortuna la Rete ci permette di andare a vedere direttamente "l'originale", cioè i pochi minuti del discorso incriminato. E scoprire che "il silenzio mafioso" al quale si riferiva Di Pietro non era quello del Presidente della Repubblica, ma quello dei cittadini che non alzano la voce, a differenza di chi si mobilita (come i militanti di IdV).
Ma non importa, tanto ormai tv e stampa l'avevano manganellato a dovere.
Questa, almeno, è la mia interpretazione.

lunedì 2 febbraio 2009

Perchè la Cgil dice NO.

Per i non addetti ai lavori la rappresentazione che i mezzi di informazione hanno dato della rottura delle trattative tra Cgil da un lato e governo, confindustria, e gli altri sindacati dall'altro, si inquadra perfettamente, rafforzandola, nella concezione di un sindacato "vecchio", capace solo di dire no.

Tanto per non farla lunga, il principale nodo del contendere è la perdita di importanza dei contratti collettivi nazionali, i quali rimanderebbero sempre più ai contratti integrativi aziendali.

Un editoriale di Scalfari su Repubblica di domenica 25 gennaio ha il pregio di semplificare la questione, di per sè complessa. Di seguito ne riporto un estratto; l'articolo intero sta qui.

In sostanza l'operazione prevede una piattaforma al ribasso dei contratti nazionali, da recuperare nei contratti di secondo livello che saranno stipulati azienda per azienda, con esplicita esclusione di contratti di "filiera" riguardanti aziende di analoga struttura e produzione.

Poiché il 95 per cento delle imprese italiane sono di piccolissime dimensioni, ciò significa che per una moltitudine di lavoratori il contratto di secondo livello non ci sarà mentre il contratto nazionale di base partirà con una decurtazione notevole.

E' così che stanno le cose? Lo domando alla signora Marcegaglia e a Bonanni e Angeletti. Sarò lieto di essere smentito sulla base di fatti provati, ma se così è, a me sembra scandaloso.