lunedì 21 luglio 2008

Differenziata.

Dopo le ripetute ramanzine di mio figlio, opportunamente stimolato dalla scuola, ho ceduto rinunziando ai facili alibi ("non ho lo spazio", "tanto è tutto inutile", etc.) di chi, in realtà, non intende rinunciare alle proprie pigre abitudini.
Quindi innanzitutto un grazie alla scuola. E comunque: qualcuno sa che fine fa a Palermo la raccolta differenziata ? Di sicuro la situazione in Sicilia a questo proposito è deprimente, come si vede in questo grafico.

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Tra tutti i possibili grafici, hai pubblicato proprio quello dove si vede bene che la Sardegna è più brava di noi. Sarà un caso?

Anonimo ha detto...

Caro Antonio, a Palermo meno del 10 per cento della raccolta totale deriva da raccolta differenziata. E' notizia di questi giorni, sul Giornale di Sicilia, che il Comune abbia l'obiettivo di raggiungere il 20 per cento a fine anno attraverso un aumento delle campane. Insomma, dato il successo (?!?) il Comune non ha intenzione di cambiare la sua strategia e pensa che soltanto aumentando i punti di raccolta riuscirà a più che raddoppiare la percentuale di differenziata in appena 5 mesi. Boh.
Comunque, come ti avevo scritto tempo fa, se tutte le famiglie raccogliessero a parte la carta, il vetro e la plastica raggiungeremmo in un attimo il 40/45 per cento di raccolta differenziata. Il problema è che lo facciamo in pochi. In ogni caso, complimenti alla scuola di Marco.

Micheluzzo ha detto...

Da quando sono sposato, 5 anni, faccio la raccolta differenziata; in cucina tengo un bidone in cui raccolgo ciò che si può riciclare, in 2 scartiamo circa 15-20 bottiglie di plastica o di vetro a settimana. Ma quando passa il camion a svuotare le campane, non getta tutto nello stesso cassone?

Anonimo ha detto...

Campane o non campane, quelle del comune dono sempre più note stonate. Din Don, Din Don...

Anonimo ha detto...

Per rassicurare Mik. Il camion che ritira la raccolta differenziata o si occupa soltanto di un tipo di raccolta (ad es. soltanto plastica) o, se preleva rifiuti diversi, è esso stesso diviso in scomparti. Guardando il camion dall'alto sembra che sia visibile la sua separazione in due o tre comparti. Così assicuravano su un altro blog. Spero sia vero.

Micheluzzo ha detto...

Devo confessare che quando la campana della plastica è strapiena, butto tutto dentro quella della carta, pur di non lasciare sacchetti per terra... presumo che poi operatori umani controllino manualmente quel che i camion scaricano, o no?

Antonio Lo Nardo ha detto...

Michele, anche a me capita spesso di trovare strapieno il cassonetto della plastica. Ma a quel punto io preferisco gettare il sacchetto tra la raccolta "indifferenziata" (o come diavolo si chiama).
Mischiandola alla carta, non si rischia di rovinare un intero "raccolto" di carta ?
Non credo che ci sia un intervento umano che separi la carta dalla plastica: se ci fosse, a che servirebbe imporre alle famiglie la raccolta differenziata ?

Anonimo ha detto...

Sono assolutamente d'accordo con Antonio. Se la campana della carta è piena, o lasci il tuo sacchetto con la plastica accanto alla campana (è vero, non è molto elegante!), o lo riporti a casa, o cerchi un cassone della carta vuoto più distante, o, a mali estremi, butti tutto nel cassonetto dell'indifferenziato. Mescolare i rifiuti differenziati di varia natura rischia di rendere inutile la raccolta differenziata stessa.

Anonimo ha detto...

Ehm ... ho fatto un po' di confusione nel commento precedente tra campane della plastica e della carta, scusate. Credo sia chiaro quello che volevo dire. Se la campana della PLASTICA è piena ... il sacchetto con la PLASTICA ... cerchi un cassone della PLASTICA ...
Alla fine avevo mescolato la spazzatura anche dentro il mio commento. Alla faccia della raccolta differenziata!

Antonio Lo Nardo ha detto...

Che dobbiamo fare ? Un blog con i commenti differenziati ?

Micheluzzo ha detto...

Antonio, io invece penso che a valle ci debba essere un controllo umano proprio per verificare l'adeguatezza del raccolto agli standard. Non penso che tutto sia lasciato al controllo delle macchine, anche perchè credo che vengano considerati diversamente giornali, cartoni, riviste, per la densità e la qualità dei materiali e il tipo di carta usata. Ritengo dunque che esista un centro di raccolta e verifica che in un secondo tempo smisti ai centri di recupero ciò che essi devono riciclare.

Anonimo ha detto...

E' probabile che venga fatto un controllo, come dici tu per differenziare tra carta e cartone, ad esempio. Ma se trovano della plastica in mezzo alla carta non penso che si prendano la briga di portarla all'azienda che si occupa della raccolta della plastica. Infatti i consorzi che si occupano dei vari rifiuti differenziati sono differenti e non hanno collegamenti tra loro. L'Amia si occupa di prendere i rifiuti e smistarli (sperando che lo faccia) a questi consorzi. Poi, probabilmente, all'interno del singolo consorzio verificano la qualità dei rifiuti raccolti. Se è così la plastica finita per sbaglio tra la carta viene molto probabilmente eliminata e non riciclata. Lo sforzo di differenziare i rifiuti viene così vanificato se si sbaglia contenitore.

Micheluzzo ha detto...

Ok, ma con tanta gente in galera perchè io debbo accollarmi l'onere di suddividere i rifiuti per categoria? Non potrebbero far lavorare, nei centri di smistamento, 30-40 detenuti, che si occupino di separare i vari prodotti? Pagherebbero il loro debito verso la società facendo per essa qualcosa di utile...

Anonimo ha detto...

Dopo il lodo Alfano arriva il lodo munnizza! Avremo così una versione riveduta e corretta in chiave ecologista dei lavori forzati?

Micheluzzo ha detto...

Amico detenuto, preferisci passare le giornate chiuso in una cella 3metri per 4 metri o magari svolgere un'attività extra moenia che ti faccia comprendere il male che hai fatto alla società, e pagare dunque il tuo debito verso i normali cittadini? Meglio i lavoro forzati che l'inattività forzata, che provoca sempre cattivi pensieri...

Anonimo ha detto...

Passi per i lavori per tenersi un po' in attività, ma stare con le mani nella monnezza non mi pare proprio una bella attività.
Meglio se i bravi cittadini che non delinquono riescono ad accrescere il loro senso civico e capiscono che la raccolta differenziata fa bene all'ambiente e alla loro città, senza scomodare i delinquenti.

Micheluzzo ha detto...

Amico detenuto, non si tratta di monnezza, ma di rifiuti cartacei, plasticosi, vetrosi, alluminiosi. Mi pare che ci sia gente pagata per fare questo lavoro, impiegando la forza lavoro offerta gratuitamente dai detenuti (cui alla fine della pena potrebbe essere corrisposto un attestato di benemerenza) i soldi risparmiati potrebbero essere utilizzati per costruire nuove carceri, in cui rinchiudere nuovi delinquenti che contribuiscano alla raccolta differenziara... Riguardo al senso civico dei comuni cittadini, se i comuni cittadini sono quelli che vedo io in giro, possiamo pure metterci una pietra sopra.

Anonimo ha detto...

@Mik:
"...impiegando la forza lavoro offerta gratuitamente dai detenuti (cui alla fine della pena potrebbe essere corrisposto un attestato di benemerenza)..."

Voglio credere di scorgere dell'ironia in queste affermazioni. Altrimenti ci troveremmo di fronte ad una sorta di schiavismo.

I detenuti che svolgono attività lavorativa hanno diritto alla retribuzione. Perfino Berlusconi non ha mai abrogato questo principio (non si sa mai...)

Micheluzzo ha detto...

Nessuno schiavismo, semplicemente la considerazione che il detenuto ha un costo per lo Stato (agenti di sorveglianza, rancio, alloggio): in questa maniera contribuirebbe al proprio mantenimento, altrimenti non si spiegherebbe come mai ci sia gente che entra ed esce dal carcere, che vede forse come una sorta di villeggiatura ristretta... comunque meglio che ci fermiamo qui, perchè sono (siamo) andati off topic, il padrone di casa ci potrebbe sgridare per le nostre intemperanze!

Anonimo ha detto...

Nello Stato di Diritto (lo so, lo so, è un po' fuori moda...) la pena della privazione della libertà personale per un periodo di tempo più o meno lungo è la più grave possibile e viene applicata a chi viola in modo grave le regole della società ("Dei delitti e delle pene", C.Beccaria, 1764).

E' quindi giusto che, se il detenuto lavora, percepisca un compenso. Dimostra (al detenuto) che lavorare "paga".