mercoledì 29 settembre 2010

Sbatti il gay in prima pagina.

I "titolisti" svolgono un lavoro molto delicato. La scelta di un aggettivo, l'inclusione o l'esclusione di qualche particolare hanno un impatto notevole sulle opinioni dei lettori, specie di quelli che sfogliano i giornali con rapidità.

Un caso tipico è quello della nazionalità di chi commette reati. E non sto parlando del fatto che solo quando il "cattivo" è uno straniero viene sempre indicata la provenienza: "albanesi stuprano...", "banda di rom", etc., mentre nel caso di italiani il particolare è sottaciuto.
Mi riferisco invece al diverso trattamento che gli stranieri subiscono, nei titoli dei giornali, a seconda se sono protagonisti di una vicenda come aggressori oppure come vittime. Come ha notato Metilparaben, i titoli specificano la nazionalità quasi solo nel primo caso, lasciando al lettore frettoloso l'idea che gli stranieri in Italia sono sempre protagonisti in negativo.

Un altro caso è quello delle inclinazioni sessuali. Un pedofilo omosessuale è "un pedofilo omosessuale"; un pedofilo eterosessuale è solo "un pedofilo".
Ma c'è di peggio. Talvolta la condizione di omosessualità viene evocata anche quando non c'entra nulla con la notizia, non serve ad aggiungere alcunché, se non a sollecitare l'interesse morboso del lettore. Come in questo caso, in cui una lettura distratta potrebbe addirittura suggerire maliziosamente un'interpretazione opposta rispetto al contenuto dell'articolo.

3 commenti:

Micheluzzo ha detto...

Interessante, avevo notato la notizia anch'io giorni addietro. Se il vicino fosse stato etero, e non gay, avrebbe bussato alla signora e si sarebbe lanciato anche lui nella mischia, forse...

Angelo ha detto...

"Disinibita sessa-ntenne travolge coppia di gay disturbati"
:-)

Angelo ha detto...

"Scoperto il segreto delle cravatte rosa: Fini è gay!" (Il Giornale)