Tra le innumerevoli informazioni contenute nel recente Rapporto Annuale dell'Istat c'è la spesa sociale dei comuni italiani a favore delle famiglie per interventi connessi a diversi tipi di bisogno: crescita dei figli, assistenza agli anziani e ai disabili, povertà, immigrazione. In poche parole: il welfare locale.
Per l'intero Paese la spesa sociale pro capite nel 2008 è stata pari a 111 euro, ma emergono differenze molto vistose tra le varie regioni. Come si vede dal grafico, i comuni delle regioni del Mezzogiorno, compresa la Sicilia, destinano alla spesa sociale una quota pro capite inferiore rispetto agli altri.
Una spiegazione può essere trovata nel fatto che, trattandosi di territori meno ricchi, anche le dotazioni dei bilanci delle rispettive amministrazioni locali sono più esigue. Resta il fatto però che, proprio laddove ce ne sarebbe più bisogno, la spesa sociale è più bassa.
E le prospettive al riguardo non sono affatto rosee. Infatti: 1) il divario di ricchezza tra Nord e Sud non accenna infatti a diminuire, 2) le esigenze di riduzione del debito pubblico lasciano pochissimo spazio alla creazione di nuovi strumenti di intervento sociale, e infine 3) il federalismo che ci starebbero propinando appare come una barriera al trasferimento di risorse dal Nord al Sud (piuttosto che come strumento per accrescere una responsabile autonomia impositiva, ma questa è un'altra storia...).
4 commenti:
E stando a quello che diceva oggi Lombardo a La Sicilia, nei prossimi anni i trasferimenti alle regioni a statuto speciale subiranno altri tagli sostanziosi...
E noi, come sempre, andremo a Roma con il cappello in mano a elemosinare un aiutino per la prossima Gesipò
E già, però Romano ha minacciato i leghisti che se non passava il finanziamento per la Gesip saltava pure il tavolo sulle quote latte: come dire, una porcheria vale l'altra, altro che Roma ladrona...
Per la serie: vi consentiamo di rubare, a patto che rubiamo pure noi.
Alla faccia dei contribuenti onesti.
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