La notizia è intrigante perché da l'avvio ad una serie di inquietanti interrogativi: - qualcuno ha sostituito il coltello di scena con uno vero? - l'attore ha sbagliato a calibrare la propria forza, sapendo di avere, per esigenze di regia, un coltello vero per le mani? - un suicidio involontario è un omicidio volontario? - può l'attore citare se stesso per danni e farsi causa? - chi ha mai sentito parlare di questo attore? - non è possibile che abbia voluto farsi un po' di pubblicità? - perchè andare a teatro quando su Sky fanno dei bei reality USA?
Domanda interessante, perché ci fa capire che nella vita non esistono certezze assolute, ma è un continuo mediare tra incertezze e vaghezze. L'essere vivo o l'essere morto sono però forse gli unici due stati di cui si può parlare con convinzione: se io dico che mi sento quasi morto, in realtà sono ancora vivo, per pronunciare queste parole. Un morto è tale perché non da segni di vita, perché al suo interno non avvengono determinate reazioni chimiche.
Spiacente, ma anche "vivo" e "morto" sono concetti relativi. Due esempi pratici: 1) un embrione è persona viva o no? 2) una ex ragazza in coma da 16 anni è viva o morta?
A questo punto, è più certo essere "quasi morto" o "quasi vivo".
Non so se un embrione sia una persona (è un modo sbagliato di porre la questione), ma che sia vivo è fuor di dubbio: se non fosse vivo come potrebbe svilupparsi da esso un essere umano, o un animale? Quanto alla ragazza in coma, o qualsiasi altra persona nelle sue condizioni, finchè il suo corpo non va incontro a dei processi di decomposizione, non possiamo dire che sia morta. Possiamo discutere sulla qualità della vita vissuta, ma negare che essa ci sia mi pare eccessivo.
5 commenti:
La notizia è intrigante perché da l'avvio ad una serie di inquietanti interrogativi:
- qualcuno ha sostituito il coltello di scena con uno vero?
- l'attore ha sbagliato a calibrare la propria forza, sapendo di avere, per esigenze di regia, un coltello vero per le mani?
- un suicidio involontario è un omicidio volontario?
- può l'attore citare se stesso per danni e farsi causa?
- chi ha mai sentito parlare di questo attore?
- non è possibile che abbia voluto farsi un po' di pubblicità?
- perchè andare a teatro quando su Sky fanno dei bei reality USA?
Last but not least:
- dopo lo spiacevole episodio, l'attore è rimasto quasi vivo?
Domanda interessante, perché ci fa capire che nella vita non esistono certezze assolute, ma è un continuo mediare tra incertezze e vaghezze. L'essere vivo o l'essere morto sono però forse gli unici due stati di cui si può parlare con convinzione: se io dico che mi sento quasi morto, in realtà sono ancora vivo, per pronunciare queste parole.
Un morto è tale perché non da segni di vita, perché al suo interno non avvengono determinate reazioni chimiche.
Spiacente, ma anche "vivo" e "morto" sono concetti relativi. Due esempi pratici:
1) un embrione è persona viva o no?
2) una ex ragazza in coma da 16 anni è viva o morta?
A questo punto, è più certo essere "quasi morto" o "quasi vivo".
Non so se un embrione sia una persona (è un modo sbagliato di porre la questione), ma che sia vivo è fuor di dubbio: se non fosse vivo come potrebbe svilupparsi da esso un essere umano, o un animale? Quanto alla ragazza in coma, o qualsiasi altra persona nelle sue condizioni, finchè il suo corpo non va incontro a dei processi di decomposizione, non possiamo dire che sia morta. Possiamo discutere sulla qualità della vita vissuta, ma negare che essa ci sia mi pare eccessivo.
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