giovedì 29 maggio 2008

Grande giornalismo: Schifani e i fatti.

Il giornalista lo incalza, gli chiede conto e ragione, cita fatti e lo inchioda.
E il presidente del senato risponde punto per punto. Una pagina di grande giornalismo.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho ben chiaro il senso di ciò che hai scritto. Volevi essere sarcastico?

Antonio Lo Nardo ha detto...

@Virus:
Non ho ben chiaro il senso di ciò che hai scritto. Volevi essere sarcastico?

Anonimo ha detto...

?

Anonimo ha detto...

io sulla vicenda schifani la penso diversamente.
i fatti addebitati a schifani mi sembrano sostanzialmente due:
a) essere stato socio in una società in cui un altro socio è stato condannato per usura;
b) essere stato consulente del comune di villabate, ed in tale occasione,secondo un pentito, essere stato "uomo di fiducia di mafiosi" con cui avrebbe spartito degli introiti di provenienza illecita;
Tuttavia con riferimento al punto a) proprio nel libro di gomez si diceva che schifani era risultato del tutto estraneo alla vicenda;
quanto all'altro fatto l'essere consulente di un comune è una circostanza in sè insignificante, rientrando in un incarico professionale come tanti altri, mentre il fatto citato dal pentito o è vero ma in questo caso avrebbe dovuto agire la procura ovvero la dichiarazione non è stata ritenuta attendibile e questo spiega il motivo per cui non vi è stato un seguito giudiziario alla vicenda.
Ho letto solo qualche pagina del libro di gomez e da queste mi sembra che ad uscirne piuttosto male è La loggia e non tanto schifani, che tutto sommato riveste nua posizione secondaria nei fatti riportati.
Altre due considerazioni: a) farei attenzione al fattore "tempo": un conto è frequentare un mafioso "accertato" altra cosa è frequentare un soggetto anonimo che solo a distanza di tempo viene condannato per mafia: in sostanza il libro chiarisce se al momento delle frequentazioni di schifano i personaggi in questione erano riconosciuti come mafiosi?
b) il tempo in cui si sarebbero verificati i fatti dovrebbero risalire alla metà degli anni 80, Ci ricordiamo com'era Palermo n quel periodo? era la città della palude: ovunque ci si muoveva si rischiava di scivolare nella parte peggiore della città.
Infine per chi esercita la libera professione il rischio di incarichi da certi soggetti esiste ma questo non significa essere amico dei mafiosi.

p.s.
non ho mai votato forza italia, forza nuova, an, udc, lega e cose del genere. non vorrei passare x amico di schifani

Anonimo ha detto...

Non ho letto i libri di Gomez e Travaglio, ma a quallo che capisco, alla fin fine si è solo creato un gran polverone di nessuna utilità né al Paese né tantomeno alla sinistra. Se anche Schifani ha frequentato negli anni ottanta qualcuno risultato essere colluso con la mafia successivamente, non mi sembra un evento tanto grave, soprattutto se ciò è avvenuto venti anni fa, quando Schifani non aveva alcun ruolo nella politica italiana.
Sono d'accordo con Guido sul fatto che fare il libero professionista a Palermo, in particolare l'avvocato a Palermo, porta inevitabilmente a conoscere gente di vario tipo, e purtroppo da noi i mafiosi si annidano ovunque. Ben diverso sarebbe "fare affari" con gli stessi. Quello significherebbe essere collusi, favorire quel sistema, ma questi fatti avrebbero rilevanza giudiziaria.

Anonimo ha detto...

Io mi soffermerei su quello che ha scritto Antonio nel titolo del post.
Ovvero una sola domanda concordata con l'interessato ed una risposta imparata a memoria. Grandissimo giornalismo.

Antonio Lo Nardo ha detto...

La qualità media dei giornalisti italiani rispecchia la domanda dei lettori.
Dal momento che non si premia nè la qualità nè l'imparzialità i giornalisti sono invogliati a mettersi sotto le ali protettive dei potenti.
Per non parlare poi della superficialità. Molti di noi, credo, hanno avuto l'occasione di riscontrare l'approssimazione della stampa tutte le volte che si parla di argomenti che, per il nostro lavoro o per altro, conosciamo bene.
L'ultima (clamorosa per certi versi) è di questi giorni. Tutti, da Repubblica al Corriere, hanno fatto titoloni in prima pagina per commentare le statistiche Istat sulla povertà.
Ma nessuno ha mostrato di capire che si tratta degli stessi dati GIA' PUBBLICATI da molti mesi, e già finiti sui giornali a suo tempo.
Il fatto è che in questi giorni l'Istat ha diffuso un annuario che riassume tutte le statistiche prodotte negli ultimi mesi, tra cui questa sulla povertà.
E tutti i giornali a strillare "Istat: è allarme povertà !".
Che superficialità...

Quanto ai *fatti* esaminati da Guido e commentati da josh71, è un argomento che non merita di essere lasciato in sospeso.
Alla prossima.

Antonio Lo Nardo ha detto...

A mo' di ideale continuazione di questi commenti, rimando al post di oggi domenica 8 giugno.