lunedì 10 agosto 2009

Un muro di gente all'aeroporto.

Vi è mai capitato di chiedervi perché c'è sempre tutta quella gente vociante, in attesa di parenti ed amici, nella sala arrivi dell'aeroporto di Palermo ? Questo brano di Elio Manzi, tratto dalla "Guida Rossa" della Sicilia del Touring Club Italiano, propone un'intrigante spiegazione:

"L'insularità è avvertita nell'isola in maniera peculiare. L'Italia peninsulare è il "continente" per antonomasia; nei porti, negli aeroporti, si può osservare di frequente una folla di persone che attendono o salutano familiari, amici o conoscenti in arrivo o partenza, assediandoli con un'espansività eccessiva all'occhio estraneo, ma spiegabile soltanto col senso dell'isolamento; e non si tratta di navi o aerei da o per le "lontane americhe", ma del postale per Napoli o dei voli interni."

(citazione di Angelo)

5 commenti:

Josh71 ha detto...

Ma in Sardegna dovrebbe essere peggio dato che lì dovrebbe essere avvertita ancora di più l'insularità, a causa della maggiore distanza dal continente. Ma forse i Sardi sono più fieri e felici del loro isolamento.

Antonio Lo Nardo ha detto...

E anche meno propensi a mostrare i propri sentimenti.

Micheluzzo ha detto...

Venerdì sera, alle 22.30, c'era una ressa tale di persone che rallentava il flusso di viaggiatori in uscita: tutti lì accalcati ad attendere il parente, lo zio, il cognato, il cugino (cosa che avviene, in scala molto minore, in altri aeroporti del continente, aBologna, per esempio, non ci sono transenne a separare le porte automatiche (da cui escono i viaggiatori) dalla zona attesa.
Atteggiamento che fa il paio con quello di coloro i quali, appena l'aereo è fermo, chiamano madri, mogli, fidanzate, per dire: "Tutto a posto, sono atterrato ora", manco fossero di ritorno da una missione umanitaria nel Burkina Faso.

Virus ha detto...

Non sono per nulla d'accordo con il commento del Gambero rosso. Io credo che sia l'esatto opposto. La Sicilia è il mondo. Chi parte si avventura verso terre sconosciute e desolate, spesso fredde e con scarsità di cibo, nebbiose e popolate da indigeni molto strani.
Con ansia si aspetta il ritorno dei nostri cari, salvi ma visibilmente denutriti.

Micheluzzo ha detto...

Ragione hai: in otto mesi di lavoro in continente ho perso un chilogrammo di peso.
Sfruttato e denutrito!