Fuori fa freddo, e mi rintano al calduccio della mia casetta quando, intorno alle 6 del pomeriggio, bussano alla porta. Una solerte impiegata del Comune (il Cambridge City Council) mi porge un modulo invitandomi a compilarlo con i miei dati personali e a firmarlo.
Con mio stupore scopro che si tratta dell'iscrizione nelle liste elettorali. Inutilmente provo a spiegare che il mio seggio abituale sta in Italia, dove conto di tornare entro pochi mesi. Niente da fare, insiste.
Effettivamente il diritto di voto è stabilito anche per i residenti "non permanenti", che possono partecipare alle consultazioni locali e alle europee. Visti i risultati delle ultime elezioni, c'è veramente bisogno del mio voto.
1 commento:
Caspita, i Labour a Cambridge sono messi peggio del PD a Palermo!
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