mercoledì 10 marzo 2010

Cattivi esempi di Università.

Certo che Salerno sta venendo proprio alla ribalta, in questi giorni, e per motivi non proprio edificanti.

Prima lo squallido episodio del candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, De Luca, che minaccia pubblicamente "quello sfessato" di Marco Travaglio di incontrarlo "di notte al buio", raccogliendo applausi entusiastici dalla platea PD (e una denuncia da parte del giornalista). Ma si capisce, lui scherzava.

Ora apprendo la notizia che l'Università di Salerno ha addirittura invitato a un convegno, come relatore, nientepopodimeno che Fabrizio Corona, già condannato 3 anni e 8 mesi per estorsione e a 1 anno e 8 mesi per corruzione. Invece di stare in galera, illustra il suo autorevole pensiero ai giovani universitari.

La "locandina" dell'iniziativa sta qui, ma la riporto anche in copia statica (non si sa mai):
Abbastanza comica, poi, è l'imbarazzata smentita (per così dire) del Rettore, che in sostanza non può che confermare tutto. La riporto di seguito:

Lettera del Rettore

Data evento: 4 marzo 2010

Lettera pubblicata il 4 marzo 2010 da:

Il Mattino - ed. nazionale pag. 17

Il Corriere del Mezzogiorno - pag. 1

Gentile Direttore,
la Sua attenzione al seminario "Il potere dei media: il caso Corona", organizzato dall'Università di Salerno, conforta sull'esistenza di un tessuto civile e morale serio nel nostro Paese.

Ho necessità, tuttavia, di precisarLe alcuni aspetti:

- Fabrizio Corona non è stato invitato a tenere né ha tenuto alcuna lezione all'Università degli Studi di Salerno;

- il dipartimento di Diritto dei rapporti civili ed economici nei sistemi giuridici contemporanei e il laboratorio In.Di.Co. (informazione, diritto e comunicazione) hanno organizzato un seminario dal titolo: "Il potere dei media: il caso Corona";

- nel corso dell'incontro è stato discusso il rapporto tra giornalismo e privacy, del quale il "Caso Corona" è certamente emblematico, in questo momento e nel nostro Paese;

- al seminario sono stati invitati, ed hanno partecipato, due giornalisti di rilievo nazionale, Gigi Moncalvo e Peter Gomez, due docenti di Sistemi giuridici comparati, Elvira Autorino e Salvatore Sica, l'avvocato del Foro di Milano Giuseppe Lucibello, difensore di Fabrizio Corona, e Fabrizio Corona;

- Fabrizio Corona ha partecipato al dibattito, ha espresso il suo punto di vista, tra l'altro, non senza acceso e chiaro contraddittorio.

Tanto premesso, sento la necessità di ribadire che l'Università ha il dovere di raccordare le sue attività di didattica e di ricerca con la realtà, di studiare i fenomeni del mondo reale, affermando il proprio carattere laico, pluralistico e indipendente, e garantendo al suo interno la libertà di manifestazione del pensiero.

Non sarà superfluo ricordare anche che l'Università, in attuazione del principio della libertà di ricerca, garantisce ai singoli professori e ricercatori l'autonomia individuale nella scelta dei temi e dei metodi.

In tal senso desidero sottolineare che l'Università ha il dovere di occuparsi di casi come il "Caso Corona"- peggio sarebbe ignorare o far finta di non vedere- e ha il dovere di far esprimere a Fabrizio Corona, se lo richiede, il proprio pensiero. Tutto ciò, con la consapevolezza che le leggi di funzionamento del sistema dei media del nostro Paese avrebbero potuto- come hanno fatto- promuovere una lettura semplicistica della manifestazione, traslando il nostro tentativo di analisi e comprensione della realtà nella ricerca del sensazionale a tutti i costi.

Mi preme rassicurarLa sul forte senso istituzionale della nostra comunità accademica, che scrive pagine di impegno scientifico e di crescita strutturale e culturale.

Proprio ieri, il nostro Ateneo ha sottoscritto un accordo di collaborazione con il Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia On-Line per sviluppare strumenti e metodologie nel campo del "digital forensic" a supporto delle investigazioni on-line per il contrasto alla pedopornografia.

L'iniziativa è stata presieduta dal direttore centrale per la polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali della Polizia di Stato, alla presenza e di alti rappresentanti della magistratura e delle forze dell'ordine e di numerosi docenti e studenti.

Purtroppo, però, bisogna rilevare con rammarico, senza le regie mobili dei network televisivi, senza antenne paraboliche, senza i titoli dei giornali.

Cordialmente
Raimondo Pasquino


Data pubblicazione news: 4 marzo 2010

4 commenti:

Josh71 il provocatorio ha detto...

In realtà non ci vedo nulla di male nel convegno organizzato dall'Università di Salerno. Dopo tutto non era una lezione universitaria tenuta da Corona, ma un convegno sul "Potere dei media". Non so di cosa si sia discusso con precisione, ma non credo che venisse santificata e mitizzata l'immagine di Corona. A giudicare dal programma del convegno, Corona era solo lo spunto per discutere di come funzionano oggi i mass media e di come abbiano la capacità di dare risalto a certe notizie e di oscurarne altre.
La lettera del Rettore, poi, non mi è parsa una "imbarazzata smentita", ma una più che onorevole risposta alle critiche della stampa.
Rileggendo il mio commento, prima di inviarlo, mi appare un po' duro, ma non vuole esserlo!!!

Antonio Lo Nardo ha detto...

Inviteresti Toto' Riina a parlare di mafia ?

Josh71 il provocatorio ha detto...

Non puoi fare un esempio simile estremizzando così il concetto. Riina è un pluriomicida condannato già con sentenze passate in giudicato per centinaia di anni. Non per nulla è rinchiuso in carcere e non potrebbe mai accettare un simile invito a parlare all'università. Corona, personaggio senza dubbio discutibile, ha ricevuto condanne solo in primo grado e per reati ben meno rilevanti.
Sia ben chiaro, sono d'accordo che l'Università di Salerno non ha certo brillato per capacità di scelta dei suoi relatori in quest'occasione, ma non ne farei un caso così importante.

Antonio Lo Nardo ha detto...

Beh, grazie per il complimento: se discuterne nel mio blog vuol dire farne un caso importante...
:-)))