mercoledì 2 giugno 2010

Berlusconi, Ballarò, Repubblica, l'evasione fiscale e le bugie.

Fa bene Berlusconi a protestare. In questo paese si dicono troppe bugie.
Ecco cosa è successo ieri sera a Ballarò:

Ed ecco cosa dichiarava Berlusconi a TG1 qualche tempo fa:

7 commenti:

Micheluzzo ha detto...

Questo presunto uomo politico ha urgentemente bisogno di un trattamento psichiatrico perché evidentemente vive un profondo dissidio interiore, soffre forse di un disturbo bipolare che lo conduce ad adattare di volta in volta la realtà ai propri desideri e ai propri sogni più che adattare la propria azione a quella che è la realtà ultima. Il fatto che non tema smentite e che continui a raccontare balle è significativo: è convinto di essere il padrone del mondo.

Micheluzzo ha detto...

E comunque vi attaccate pretestuosamente alle giuste affermazioni del presdelcons sottacendo maliziosamente le gravissime affermazioni del conduttore Floris, che confessa candidamente che da giovane faceva scherzi telefonici ad innocenti cittadini insultandoli in compagnia degli amici!!!
Bell'esempio di comunista!!!

Angelo ha detto...

E' del tutto evidente che quello del secondo filmato non è LUI: è un sosia. Addirittura non ha capelli!

Antonio Lo Nardo ha detto...

Il secondo commento di Mik è un ottimo spunto per un titolo di Libero.

Micheluzzo ha detto...

Eh eh eh, del genere:
"Scherzi da Floris.
I giovani comunisti importunavano la gente perbene al telefono.

Una vecchietta denuncia: Quelle telefonate nel cuore della notte.

Dov'era il Garante per la Privacy?"

Fondo di Belpietro:

"Driiin driiin, bandiera rossa!"

Controeditoriale di Veneziani:

"Quei giovani senza valori"

Lettera aperta di Gasparri:

"A quell'età io lavoravo"

Angelo ha detto...

La lettera aperta è il falso più falso di tutti.

Angelo ha detto...

Nel merito, a me è piaciuta la replica di Pagnoncelli, che chiede il rispetto per le persone e contesta l'asimmetria per cui chi rappresenta le istituzioni può contestare e/o denigrare il lavoro degli altri.

Con ciò riportando il potente al livello di "impiegato dello Stato" e lo spettatore da suddito a cittadino.