martedì 8 giugno 2010

La Sicilia è tornata affidabile ?

Qualche settimana fa i quotidiani locali titolavano allarmati che la Sicilia era finita "nella top ten mondiale degli enti a rischio di insolvenza". E la cosa aveva destato un tale clamore da indurre il Dirigente Generale del Bilancio a rassicurare gli investitori.

Cosa era successo di così drammatico da far improvvisamente peggiorare i conti della Regione Siciliana e avvicinarla a Paesi come l'Iraq, l'Ucraina, o addirittura la Grecia ?

In pratica la notizia traeva origine dalla pubblicazione di una particolare classifica, curata da una società specializzata, che rileva quanto costa acquistare sul mercato una specie di polizza (credit default swap, CDS) che assicura un investitore contro il rischio che il debito di un'istituzione non venga più restituito. Insomma si stratta di una specie di assicurazione contro il rischio di fallimento di un Paese. Quanto più elevato è il prezzo da pagare per assicurarsi, tanto più elevato è il rischio che i mercati giudicano connesso a quel particolare Paese.

Ora, è vero che la situazione della Regione è problematica, ma non mi pare che siamo arrivati ad un livello più grave dell'Iraq. Basta considerare che, di fatto, i mercati considerano implicita l'esistenza di una garanzia di fatto da parte dello Stato italiano, che invece al momento gode di ampia fiducia.

E allora, cosa può essere successo ?

In assenza di dati certi, è lecito ipotizzare che il numero dei contratti CDS stipulati sul debito della Regione Siciliana sia verosimilmente molto piccolo; gli esperti lo definirebbero un mercato con scarso spessore, dove basta un piccolo aumento della domanda per provocare un forte aumento del prezzo.

Questo articolo, per esempio, ricordando che il Financial Times tempo fa definì "bislacco" il mercato dei CDS, sostiene che "quello dei CDS si riteneva essere un mercato molto efficiente, connotato da spessore, ampiezza e liquidità, ma – alla prova dei recenti fatti – si sta dimostrando sempre meno tale. Numerose banche, asset managers, hedge funds, ecc. hanno comprato CDS in quantità ingenti per la copertura dei propri portafogli esposti al rischio credito. Ciò ha avuto come immediata conseguenza l’aumento delle quotazioni, ma altresì ha determinato un forte sbilancio tra domanda e offerta di protezione, essendo quest’ultima sempre più rara.
È come se, a causa dei troppi incidenti stradali, un bel giorno ci fosse difficoltà a trovare Compagnie di Assicurazioni disposte a contrattare un RCA, anche al costo di strapagare il premio richiesto. Ormai in molti casi i livelli raggiunti sono quelli tipici di emittenti in default, talvolta anche per società che, sulla carta, beneficiano ancora elevati rating".

Torniamo al caso della Sicilia: che si sia trattato di un episodo isolato è provato dal fatto che, se si consulta il sito adesso, la Sicilia è sparita da quella classifica. Significa forse che le condizioni finanziarie della Sicilia sono improvvisamente migliorate ?
No, nessuna notizia particolare sembra sostenere questa ipotesi; piuttosto potrebbe indicare semplicemente che nell'ultimo mese non sono state stipulate polizze sul debito della Sicilia.


1 commento:

Josh71 ha detto...

Complimenti ad Antonio per la ricchezza di contenuti del suo blog, che spazia dagli errori di grammatica all'alta finanza. E complimenti anche per come in maniera abbastanza semplice è riuscito a spiegare cosa è un CDS.