
Gli ultimi avvenimenti legati al dramma di Eluana Englaro
ci portano a riflettere sul significato della parola
tolleranza, sulle ipocrisie che spesso si agitano intorno
al sentimento religioso, trasfigurandolo in accanita
intolleranza.
Ci tornano alla mente episodi storici dove la religione è
stata presa a pretesto per imporre la propria volontà agli
altri. Ci pare inevitabile il confronto con i sistemi
sociali dominati dal fanatismo islamico.
Domenico Seminerio, ne “Il Cammello e la Corda” ci racconta
l’origine della faziosità cristiana. Il romanzo è ambientato
in ”due Sicilie”: quella dei nostri giorni e quella del
tardo impero romano.
La storia privata di Padre Salvatore, prete conformista, ma
tormentato dalla Tentazione, si intreccia con quella
pubblica del passaggio dal paganesimo al cristianesimo ai
tempi degli editti di Teodosio, ultimo imperatore romano a
regnare sull’impero unificato.
La scrittura è vivace e coinvolgente: con pochi tratti
l’autore delinea magistralmente i personaggi. Il titolo si
riferisce al famoso versetto del Nuovo Testamento di cui
diversi studiosi ipotizzano l’errata traduzione
dall’originale aramaico al greco (Il “cammello che passa
per la cruna dell'ago”). Un esempio delle tante
incongruenze che i cristiani devono accettare “per fede” e
che pervadono la religione fino a farla
diventare “indiscutibile”.
(il post è di Angelo)