venerdì 4 giugno 2010

Che dirà la maestra Concetta ?

L'on. Cateno De Luca, deputato regionale eletto con l'MPA e poi passato al Gruppo Misto, è noto per il clamore suscitato da una sua conferenza stampa di protesta a torso nudo per essere stato escluso, nel 2007, da una commissione parlamentare.

In questi giorni il suo nome è ricomparso negli organi di stampa, con la pubblicazione di un appello al Presidente Raffaele Lombardo affinché receda dalla sua intenzione di formare un governo di soli tecnici.

Il testo di questo appello è un significativo indicatore del livello di conoscenza della sintassi e della grammatica dei nostri rappresentanti, e del popolo che essi rappresentano.
Chissà cosa dirà la maestra Concetta, alla quale il dott. De Luca ha indirizzato parole di affettuosa gratitudine nella prefazione al suo libro (a pag. 5) scritto a suggello del conseguimento della laurea in Giurisprudenza nel 2008.

Oltre agli strafalcioni evidenziati di seguito, l'appello contiene una proposta di legge per l'introduzione in Sicilia del metodo del sorteggio per la scelta dei componenti del Parlamento e del Governo regionale. L'idea è buttata lì con tono provocatorio e paradossale, ma ciò che De Luca non dice è che si tratta di un'idea molto seria, discussa fin dai tempi dell'antica Grecia e persino messa in pratica in qualche limitato esperimento.

E ai nostri giorni potrebbe essere riconsiderata come un possibile rimedio alle degenerazioni dei meccanismi democratici dalle nostre parti, dove gli interessi di pochi prevalgono a spese dell'intera comunità, e dove gli elettori sembrano premiare politici di qualità sempre più scadente.

Chi volesse approfondire l'argomento del sorteggio come meccanismo di scelta dei rappresentanti del popolo può leggere per esempio "Il potere al popolo - Giurie cittadine, sorteggio e democrazia partecipativa" di Yves Sintomer, edizioni Dedalo.





2 commenti:

Angelo ha detto...

Modesta proposta di analisi psicologica sulla mancanza dell'apostrofo: non ricordando la differenza nell'uso di -un- e -un'- (con l'apostrofo), semplicemente non lo si usa, credendo di non sbagliare.

Josh71 ha detto...

Non per difendere questo grande linguista, ma in realtà l'utilizzo dell'articolo "una" nella sua forma apostrofata non è obbligatorio, come del resto confermato dall'Accademia della Crusca (http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4274&ctg_id=44)
Credo sia obbligatorio nel caso in cui la parola successiva inizi con vocale accentata, forse addirittura deve iniziare con "a" accentata.
Ovviamente è anche vero che spesso l'utilizzo di "una" non apostrofato può nascondere, come dice Angelo, carenze nelle conoscenze grammaticali, per cui chi ha dubbi preferirà scrivere "una".