Su indicazione del pediatra, devo sottoporre mio figlio ad un esame della vista da effettuare presso lo stesso ambulatorio del pediatra. Prima, però, è necessario "bollare" la ricetta presso una struttura della USL: il poliambulatorio "Libertà".
"Non si preoccupi" - mi dice il pediatra - "nell'ufficio interessato non c'è mai nessuno. Ci vada la mattina alle otto e si sbrigherà in un attimo".
Sapendo che sa il fatto suo, mi reco alle 8.30 presso quell'ufficio seguendo diligentemente le indicazioni del pediatra riguardo ai giorni di ricevimento ed all'ubicazione (la via, il numero, il corridoio e la stanza).
Indicazioni preziose, perché all'interno dello stabile di civile abitazione dove è ospitato il poliambulatorio (evidentemente in affitto) non vi sono cartelli che chiariscano il "contenuto" delle diverse stanze. Se non avessi avuto in mano gli appunti avrei dovuto chiedere ad uno dei tanti personaggi che svolgono il ruolo di usciere.
Nella stanza che mi interessa, effettivamente non c'è nessuno tranne il medico, che mi riceve con molta gentilezza. Gli consegno la ricetta. Il medico prende un registro cartaceo (un quadernone di ragioneria tipo partita doppia), lo apre e vi scrive con la tipica calligrafia illeggibile la data e qualcosa che copia dalla ricetta.
Dopodichè prende un timbro dal cassetto, lo bagna nel tampone che ha sul tavolo e lo appone sulla ricetta assieme alla sua firma. Mi riconsegna la ricetta e mi saluta gentilmente.
Esco e mi reco al lavoro (in ritardo). A che serve tutto ciò?
(La storia è di Angelo)
4 commenti:
A fare ottenere il rimborso al pediatra.
A dare lavoro a una decina di amministrativi, un paio di autisti, un paio di dozzine di medici...
Il pediatra potrebbe ottenere il rimborso anche per via telematica. Non mancano i meccanismi di controllo.
O forse il 2008 in Sicilia non è mai arrivato?
Sull'argomento, vedi anche il post:
"Inps Risponde: sì, ma quando?" sul blog delle formiche elettriche.
(Collegamento iper-blog)
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