giovedì 23 luglio 2009

Gli editori alla guerra, per i soldi.

Quando si tratta di soldoni, gli editori sanno come muovere i lobbisti e influenzare pesantemente l'attività dei politici.

Due mesi fa la Consob, recependo una Direttiva Europea, aveva consentito alle società quotate in Borsa di poter pubblicizzare anche via Internet le proprie comunicazioni al pubblico obbligatorie per legge, e non più solo mediante la carta stampata, come è previsto fin ora. Questa modifica procura un gran risparmio alle società quotate e favorisce anche la concorrenza tra diversi mezzi di comunicazione, ma ovviamente riduce le entrate pubblicitarie dei quotidiani.

Apriti cielo. Come racconta lavoce.info, la reazione della lobby degli editori è stata vigorosa: due commissioni parlamentari si pronunciano contro, e il presidente della Consob Cardia fa immediatamente marcia indietro, andando anche allo scontro con gli altri commissari Consob, che non intendono invece rimangiarsi il dovuto e sacrosanto adeguamento alla normativa UE.

Di fronte al diniego degli altri commissari, Cardia offre le proprie dimissioni al Governo, che gliele nega riconfermandogli la fiducia.

Bene, cosa si impara da questa vicenda:

- che quando manca l'indipendenza delle Autorità di controllo, le decisioni sono prese secondo i desideri delle lobby, piuttosto che in funzione dell'interesse generale;

- che gli editori sanno benissimo come reagire quando vengono toccati nei loro interessi economici; riusciranno a essere ugualmente compatti contro l'imminente riforma sulla pubblicazione delle intercettazioni ?

9 commenti:

Micheluzzo ha detto...

Si impara anche che il dottor Cardia è un quaquaraquà.

Antonio Lo Nardo ha detto...

Il dott. Cardia risponde a chi lo nomina, come è giusto che sia.
È un caso in cui si vede la differenza tra autorità dipendenti e indipendenti.

Josh71 ha detto...

Sul fatto che sia giusto che il dottor Cardia risponda a chi lo ha nominato non mi trovo d'accordo. Cardia è nominato per svolgere un compito ben preciso, che ufficialmente va svolto in assoluta autonomia. Una volta nominato non rischia una ricusazione della nomina se non rispetta il suo "padrone". Evidentemente gli manca il coraggio di fare il suo lavoro con la doverosa autonomia. Ovviamente, se le nomine fossero più svincolate dalla politica non vi sarebbe alcuna necessità di chiedere questa prova di "coraggio".

Angelo ha detto...

E chi glielo fa fare a chi lo nomina, di nominarne uno che "si sa" che si comporterà in modo totalmente autonomo?

In pratica, chi nomina, sceglie qualcuno che può fargli comodo (è naturale).

Niente, QUOTO Antonio!

Josh71 ha detto...

Torno a ripetere che non sono d'accordo sulla dizione "come è giusto che sia ...". Non è eticamente giusto.
E' ovvio, e siamo tutti d'accordo, che chi nomina cerca purtroppo di scegliere qualcuno che sia asservito al suo volere.
Affermando questo, però, stiamo dando tutti quanti ragione all'affermazione di Mik: "il dottr Cardia è un quaquaraquà". Ne consegue che chi l'ha scelto lo sapeva e nel momento in cui ha osato alzare la cresta gli è stato ricordato di quale pasta fosse fatto in realtà.

Angelo ha detto...

Caro Josh, come diceva Pierino: che differenza c'è tra la teoria e la pratica?

E qui la pratica dobbiamo aggiustare, perchè sulla teoria siamo d'accordo.

Micheluzzo ha detto...

Quando si giunge a quei livelli, ma anche a quelli più infimi, in virtù della segnalazione di questo o quel politico, non ha molto senso chiedersi quale sarà l'interesse privilegiato e quale quello messo da parte.
Sono posizioni per personaggi banderuola, che vanno dove soffia il vento: se fosse stato coerente perché sicuro di essere nel giusto e di non tradire l'interesse della collettività, le dimissioni le avrebbe presentate irrevocabili.

Antonio Lo Nardo ha detto...

io non foemulavo alcun giudizio di valore, e perciò la mia posizione è diversa da quella di Mik (che giudica Cardia un quaquaraqua).
con queste regole. In mancanza di autonomia della consob, è normale che Cardia agisca così

Micheluzzo ha detto...

La mia posizione scaturisce dal fatto che il presidente della Consob viene nominato dal presidente della Repubblica su segnalazione del presidente del Consiglio: è facile capire a quali sollecitazioni può essere più o meno interessato. Se poi il termine quaquaraqua può sembrare eccessivo, potrei definirlo quaqua.