venerdì 31 luglio 2009

Il Governo contro il software libero.

Qualche settimana fa il Governo nazionale ha impugnato una legge della Regione Piemonte sulla promozione del software libero (la notizia sta qui, oppure qui).

La norma stabilisce l'adozione, da parte dell'Amministrazione regionale, di software open source e ammette l'acquisto di software chiuso solo in via residuale, previa motivazione.

L'impugnazione del Governo nazionale fa leva su due principali questioni:

La prima: la legge regionale, privilegiando il software libero, violerebbe la competenza statale nella tutela della concorrenza. Questa è materia per azzeccagarbugli, ma non posso fare a meno di notare che chiunque, anche le amministrazioni pubbliche, dovrebbe essere lasciato libero di scegliere.

La seconda: alcune affermazioni contenute nella legge contestata, a mio parere, effettivamente esulano dall'ambito strettamente pertinente e si avventurano (inutilmente) in territori di competenza del legislatore nazionale. A che scopo, per esempio, prevedere che "alla cessione del software libero non si applicano le disposizioni di cui..." cioè la legge nazionale sul diritto d'autore ?

Sembra un'ingenuità normativa che (speriamo di no) potrebbe trasformarsi in una leva per scardinare la legge, ottima nel suo complesso.


Qui il blog del consigliere promotore della legge.

12 commenti:

Angelo ha detto...

Dunque adottare l'open source non tutelerebbe la concorrenza?

Antonio Lo Nardo ha detto...

Il governo sostiene che dare una corsia preferenziale al software libero significa entrare in materie come la concorrenza, che è di competenza nazionale.
Io invece credo che software proprietario e software libero siano proprio due prodotti diversi.
Se scelgo l'open source per la filosofia che ci sta dietro, non faccio alcun paragone di prezzo o di qualità con il software proprietario.

Micheluzzo ha detto...

Quando manca il prezzo, come si fa a parlare di concorrenza?

Antonio Lo Nardo ha detto...

Si può scegliere il software libero per una questione di "filosofia": preferisco le soluzioni informatiche messe a disposizione gratuitamente da chi ha avuto in passato le mie stesse esigenze e se le è risolte da sè, e a mia volta mi impegno a mettere a disposizione degli altri le soluzioni che eventualmente dovessi scoprire io.
In questo caso confrontare prezzi proprio non ha senso.

Oppure si può scegliere il software libero semplicemente per il fattore "gratis": in questo caso è giusto confrontare i "prezzi" tenendo presente che nel caso di software per server, aziende, organizzazioni, nella valutazione del prezzo devi includere anche il costo dell'assistenza.

Micheluzzo ha detto...

Illuminante Bucchi sulla concorrenza: http://bucchi.blogautore.repubblica.it/?ref=hpblog

Antonio Lo Nardo ha detto...

Grazie dell'informazione. In sintesi, se ho capito bene, la Corte Costituzionale ha cassato:

- l'articolo che introduceva una deroga al diritto d'autore, materia di competenza nazionale (proprio quello che avevo notato nel mio post... :-);

- la norma che, secondo l'interpretazione della Corte, imporrebbe ai creatori di software proprietario di aprire i loro software all'interoperabilità con il mondo open source.

Mi sembrano cose tutto sommato ragionevoli.

Antonio Lo Nardo ha detto...

Marco F., avrei voluto commentare sul tuo sito, ma occorre registrarsi (a proposito di... "open" !!!).
Ciao.

Marco F. ha detto...

Antonio,
non credo che la tua interpretazione della decisione sul secondo articolo sia corretta. Quello che ho capito io è che è sarebbe illegale scrivere software compatibile con software proprietario, cioè fare reverse engineering, se gli autori di quest'ultimo non ti danno il permesso, pubblicando le loro specifiche o in altri modi. Comunque nel mio articolo c'è il link alla sentenza completa della Consulta, l'ho fornito apposta perchè non essendo un avvocato ho lasciato a tutti le indicazioni per decidere da sè.

Per quanto riguarda la mancanza di "apertura" costituita dalla necessità di registrarsi per lasciare commenti, la spiegazione è molto semplice.

Io ho scelto di creare e gestire il mio sito in maniera completamente indipendente, cioè installando e configurando software libero da me anzichè usare un fornitore di blog come blogger.com, blogspot.com eccetera.

Questo secondo me ha molti importanti vantaggi tecnici e non, che non sto a elencare qui, ma rende un pochino più complicate altre cose, tipo facilitare i commenti da utenti non registrati senza finire sommersi da spam e SENZA perdere tempo che assolutamente non ho a moderare commenti a mano. E' possibilissimo farlo anche quando si gestisce tutto da soli, cioè installare controlli antispam tipo lo scrivere in un campo la parola che si vede nella figura, ma finora non ho ancora avuto tempo di studiare e installare i relativi plugin. Tutto qui, anche perchè, "open" a parte è mio interesse facilitare i commenti.

Marco

Antonio Lo Nardo ha detto...

In effetti, sul secondo punto, avevo equivocato.
Ma rileggendo, non salterei alla conclusione che la sentenza della Corte Costituzionale ha vietato il reverse engineering.

Ha invece stabilito che, in materia di reverse engineering quella legge regionale ("Chiunque ha il diritto di...) andava troppo oltre quanto stabilito dalla legge nazionale.

Nella legge nazionale il rev. eng. è consentito anche senza l'autorizzazione dell'autore del software proprietario qualora:
- sia indispensabile per conseguire l'interoperabilità con altri programmi;
- sia limitato alle parti del programma strettamente necessarie per questo scopo;
- sia eseguito da chi ha una licenza d'uso del programma proprietario.

Quindi mi pare che la sentenza abbia sostanzialmente (e ovviamente) ribadito che, sull'argomento c'è già una legge nazionale, e che una Regione non può modificarne la portata.

Antonio Lo Nardo ha detto...

Quanto al tuo sito, la tua soluzione è indubbiamente molto interessante (avrai certamente colto il tono scherzoso della mia esclamazione).

Anche a me non dispiacerebbe "scappare via" da blogspot e gestirmi da me. Ma non so se ne sarei capace e ne avrei il tempo.

Colgo l'occasione fa farti qualche domanda:
- per tenere in piedi il tuo sito devi quindi tenere sempre acceso un pc che funga da website ?
- che software utilizzi per la gestinoe del server e per la
creazione/manutenzione del sito ?

Marco F. ha detto...

mi pare che la sentenza abbia sostanzialmente (e ovviamente) ribadito che, sull'argomento (reverse engineering) c'è già una legge nazionale, e che una Regione non può modificarne la portata.

Sì, hai ragione, mi sono espresso davvero male nel mio post precedente.

Per quello che riguarda il sito:

devi quindi tenere sempre acceso un pc che funga da website?

C'è chi fa esattamente così con un secondo computer in casa: gratis, ma non è il massimo per vari motivi.

La soluzione più "robusta" è noleggiare uno spazio di hosting adatto a siti dinamici oppure (massima flessibilità, costo maggiore) un computer virtuale VPS (Virtual Private Server) in un datacenter, cioè una parte di disco, ram e processore di un computer fisico che sta in una sala con energia elettrica garantita da gruppi elettrogeni, connessione internet di riserva se la prima si blocca e simili.

Fornitori di hosting per siti dinamici e VPS ne trovi quanti ne vuoi. Chiaramente paghi, da 4/5 euro al mese a qualche centinaio, ma anche gli account più economici vanno bene se non hai esigenze particolari.

In entrambi i casi nello spazio che ottieni devi/puoi installare e configurare TU il software di gestione dei contenuti che preferisci. Quello che uso per stop.zona-m.net è Drupal (www.drupalitalia.org)

Antonio Lo Nardo ha detto...

Finalmente ho capito.
Grazie,