
Questa la devo raccontare.
Sabato pomeriggio a passeggio in via Libertà con moglie e bambino. Tanta gente in giro, chi fa shopping, chi passeggia, comitive di ragazzi scherzano tra loro a voce alta. Più in là, davanti a noi, c'è una panchina, e un uomo che ci dorme sopra, o forse no. La testa, posata sul marmo, guarda verso l'alto, ma ha una posizione innaturale, tutta reclinata sulla sinistra quasi a toccare la spalla; lo stomaco sembra gonfio; la gamba sinistra si allunga fino all'altra estremità della panchina, mentre la destra penzola verso il marciapiede.
Dorme ? Ha avuto un malore ?
Tutti i passanti si accorgono dell'uomo, hanno un attimo di esitazione, ma poi proseguono per la loro strada. Ci fermiamo, un po' incerti sul da farsi; una donna commenta a voce alta per farsi sentire da noi, concludendo che probabilmente l'uomo sta dormendo, e se ne va.
L'uomo è sempre lì, immobile. Respira ? Forse sì.
Teresa decide di avvisare il 113; il poliziotto al telefono prende nota e ringrazia per la segnalazione. Conclusa la telefonata entriamo in un negozio, diamo uno sguardo di tanto in tanto: l'uomo è ancora lì, i passanti lo guardano, e proseguono.
Tra questi un gruppetto di ragazzini, avranno circa quindici anni, si ferma nelle vicinanze; uno di loro estrae un telefonino e compone un numero. Mi rincuoro pensando che qualcosa finalmente si è mosso in mezzo a tanta indifferenza. Ma è solo un attimo: il ragazzo scatta una foto e la mostra agli amici che ridono compiaciuti. Il gruppo si allontana, mentre l'uomo rimane sulla panchina. Rimango sconcertato.
Il flusso dei passanti non si interrompe. Ma un tizio finalmente si ferma, si avvicina all'uomo e gli prende il braccio. Sembra un medico, gli tasta il polso; così sollecitato l'uomo muove una gamba e l'altro braccio. Da lontano non mi è possibile vedere molto di più.
Sono passati venti minuti dalla nostra segnalazione. Si sente il suono di una sirena, un'ambulanza si insinua nel traffico e si blocca nei pressi della panchina.